Storia di un sodomita – Il Tradimento-

Storia di un sodomita – Il Tradimento-
Avrei passato un fine settimana molto lungo alla villa, la mia compagna era via per una lunga missione di lavoro ed io invece in azienda passavo un momento di tranquillità, quindi partivo per passare tre lunghi giorni in villa al servizio delle perversioni del mio padrone, il solo pensiero di quello che mi avrebbe fatto fare mi eccitava, mi sentivo troia e disposta a tutto pur di compiacerlo e ricevere in cambio piacere dalla mia sottomissione. Arrivato in villa vengo accolto dal giardiniere che con fare molto deciso e rozzo mi intima di spogliarmi completamente e di vestire gli abiti che il padrone a deciso che io debba indossare, obbedisco, senza fiatare, mi spoglio completamente di fronte a quell’ uomo che mi guarda facendo capire che avrebbe molto voglia di buttarmi giù a pecorina e rompermi il culo di brutto, ma non lo può fare perchè il padrone non lo permette a nessuno; Io sono cosa sua. Mi eccita il pensiero di farlo arrapare e quindi mentre mi spoglio gli metto ben in mostra il mio corpicino esile e glabro, mi spoglio lentamente metto ben in mostra le mie natiche, con fare malizioso mi piego e metto ben in vista il buchetto del culo, penso:
Arrapati pure tanto non puoi toccarmi. I vestiti scelti dal padrone sono molto minimalisti, un paio di slip molto piccoli con perizoma che mi entrano nelle natiche e mi segano il culo da quanto sono stretti, un costrittore che impedisce al mio pene di allungarsi comprimendolo sui miei testicoli, una maglietta molto stretta e corta che non copre nemmeno l’ombelico ed un paio di calze di nylon con elastico autoreggente di color carne trasparente. Le calze ed il costrittore li trovo molto fastidiosi e protesto per non metterli, ma il giardiniere con fare minaccioso mi impone di indossare tutto e fare alla svelta perchè il padrone mi aspetta. Obbedisco e lo seguo fino alla depandance all’interno della villa dove il padrone mi attende.
-Eccoti zoccola! Quanto tempo ci hai messo a prepararti, inginocchiati e succhiami il cazzo subito!-.
Vengo accolto con queste parole, mi inginocchio davanti a lui e obbedisco cominciando a succhiargli il cazzo, il padrone è molto arrapato e comincia a spingere il suo cazzo in fondo alla mia bocca arrivando presto giù fino in gola provocandomi conti di vomito.
-Succhia troia apri bene la gola che ti voglio arrivare giù fino in pancia-. Cerco di fare entrare il più possibile quel cazzo nella mia bocca ma non riesco a riceverlo tutto e questo fa imbestialire il padrone che comincia ad insultarmi e minacciarmi. -Troia non hai ancora imparato a fare i pompini come si deve ora ti punisco-. Così dicendo mi fa girare piegandomi a novanta gradi, tira giù lo slip e mi schiaffeggia in modo deciso le natiche facendomi sussultare dal dolore.
-Haia piano ti prego.-
-Zitta troia così impari a fare meglio il tuo lavoro!-. Mi dice e successivamente mi colpisce nuovamente le chiappe con due bei schiaffoni. -Allargati le natiche con le mani che ora ti sfondo il culo puttanella!-. Obbedisco e subito dopo sento la sua cappella premere sul buchetto del mio ano. Con un colpo solo mi penetra fino in fondo, in modo brutale e senza lubrificarmi.
-Hai, così mi sfondi…..Piano….-.
-Non ti lamentare puttana, faccio quello che voglio del tuo culo, mi appartiene e lo tratto come mi pare!-. Così dicendo continuò a penetrarmi senza riguardo con colpi veementi che mi scuotevano, tutto questo davanti allo sguardo del giardiniere che è rimasto li davanti a noi in attesa di istruzioni. Il fatto che il giardiniere mi guardi mentre il padrone abusa di me, mi provoca un pensiero perverso, mi eccita il pensiero che quel’ energumeno si arrapi, ma che non può fare niente, penso “Ti piacerebbe anche a te entrare nel mio culo maiale….ma non puoi….magari dopo al pensiero masturbati da solo”. Intanto il padrone continuava a scavarmi il culo sempre con più forza facendomi godere e gocciolare il mio cazzetto imprigionato nel costrittore, godo senza ritegno come la peggiore delle zoccole e nonostante il bruciore al culo raggiungo ben presto l’orgasmo, vengo contemporaneamente con il culo e con il cazzo schizzando come una fontanella. Ben presto sento che anche il padrone sta raggiungendo l’ orgasmo, allora mi prende di forza facendomi nuovamente inginocchiare davanti a lui, e puntando il suo cazzo sul mio viso mi inonda di sperma. -Bevi puttanella, bevi il mio seme e pulisci tutto con la lingua-. Mi ordina mentre continua a sbattere la sua cappella sul viso, obbedisco, cerco di fare del mio meglio per soddisfare i suoi voleri.
Finito il menage, il padrone guardandomi con aria soddisfatta mi dice:
-Brava troietta bel lavoro! Ti ho appena rotto il culo per la prima volta questo fine settimana! Lunedì mattina quando tornerai a casa avrai il cratere di un vulcano al posto del buco del culo zoccola!-. Mi diceva quelle cose costringendomi a stare ancora in ginocchio davanti a lui che continuava a strofinarmi il cazzo sul viso, con sempre davanti a noi il giardiniere che ghignava compiaciuto.
– Ora devo andare via per alcune questioni importanti-. Continuò il suo discorso;
– Il giardiniere mi accompagnerà, quindi resterai tu da solo alla villa fino a domani sera, mi raccomando di comportarti per bene, devi continuare ad indossare questi vestiti, stasera la servitù ti porterà la cena, domani per colazione e pranzo ti devi arrangiare da solo, se fai il bravo quando torno ti rompo il culo un’ altro paio di volte, Capito tutto zoccoletta?-. Una volta detto questo assieme al giardiniere si diresse verso l’uscita della villa lasciandomi solo. Il pensiero di restare da solo mi agitava ma fui subito distolto da questo pensiero da bruciore del mio buchetto del culo che necessitava di essere lavato e curato, passai da solo il resto della giornata in villa e dopo cena andai a dormire.

La mattina seguente mi svegliai molto tardi scesi in cucina e rovistai il frigorifero per procurarmi qualcosa da mangiare per colazione, non ebbi grossi problemi il frigorifero era ben fornito, dopo colazione feci un giro nel parco della villa in completa solitudine era molto caldo e decisi di fare un bagno in piscina, approfittai della mia solitudine per togliermi di dosso quegli abiti che il padrone mi costringeva ad indossare ed in completa nudità mi tuffai in piscina godendomi un lungo e rilassante bagno, l’acqua fresca leniva e rilassava le carni sempre infiammate del mio buchetto del culo trattato in malo modo il giorno precedente, a fine bagno una volta asciugato decisi di impulso di non indossare nuovamente gli abiti che mi erano stati assegnati dal padrone ma in completa nudità mi sdraiai a pancia in giù a gambe divaricate e chiappe ben in vista su una sdraia sotto il patio della piscina, in quella posizione sentivo arrivare l’aria fresca fino al mio buchetto del culo, in quella posizione mi addormentai non so per quanto tempo. A risvegliarmi fu la sensazione che ci fosse la con me un’ altra persona, la sensazione durò solo un attimo, in effetti c’era una persona che con una mano mi carezzava le natiche e con l’altra mi teneva ben fermo sulla sdraia impedendomi di girare la testa per vedere chi egli fosse, il mio primo pensiero fu che fosse tornato il padrone che trovandomi nudo mi avrebbe punito perché non indossavo più i vestiti che mi aveva ordinato di indossare. Mentre facevo questi pensieri la mano del tizio che mi massaggiava si fece più impertinente cominciando a titillare la rosetta del mio ano ed infine ci penetrava dentro perlustrandomi dentro con tutta la lunghezza del suo dito,quel massaggio anale fece subito il suo effetto facendomi iniziare a godere, mi lasciai andare completamente, decisi di non provare più a girarmi ed allargai ancora di più le gambe al fine di favorire la penetrazione di quel dito nel mio ano arrapato, dopo un po di tempo percepii che il tizio dietro di me si stava posizionando per penetrarmi con il suo membro, mi fece inarcare di più la schiena e punto la sua cappella al mio buchetto, solo a quel punto mi resi conto che c’era qualcosa di diverso, quella cappella che tentava di penetrarmi mi dava la sensazione che fosse di dimensioni superiori a quella che fino ad allora aveva violato il mio sfintere, solo a quel punto realizzai che quello dietro di me non era il mio padrone ma si trattava di un altro cazzo, mi girai solo per un attimo e realizzai che il tizio che mi stava penetrando era PALO!, L’ amico del padrone che con il suo cazzo enorme si stava accingendo a rompermi il culo! Per un attimo fui preso dal terrore che quel cazzo sproporzionato entrando dentro di me mi avrebbe fatto del male e sfondato il culo in modo irrimediabile, volevo ribellarmi e sottrarmi a quella penetrazione, ma la puttana che viveva dentro me in un attimo decise che voleva provare quel cazzo nel culo, quindi mi lasciai andare completamente per ricevere quella grossa mazza dentro di me. La grossa cappella di Palo premeva in modo deciso sul mio ano ed in breve cominciò a penetrarvi dentro in modo lento ma deciso, mi posizionai in modo da rilassare al massimo il mio sfintere ed agevolare al meglio quella penetrazione, sentivo quell’ arnese dilatare il mio buco in modo mai sentito prima anche se a dispetto delle mie paure riuscivo a prenderlo senza sentire molto dolore. Una volta entrato dentro di me palo cominciò a stantuffarmi il culo con colpi decisi e regolari ed io in breve tempo raggiunsi un orgasmo pazzesco, provai un piacere immenso dal quel trapano di carne che mi traforava il culo e manifestai il mio piacere in modo osceno, gemevo come la peggiore delle zoccole pregando Palo di continuare ad aprirmi il culo, egli da parte sua continuava a penetrarmi sempre allo stesso modo deciso ma non violento, in breve raggiunsi un altro orgasmo che mi sfinì completamente, Palo usci da dentro il mio culo e mi lasciò sulla brandina così come mi aveva trovato, ero stravolto dai due orgasmi provati, non riuscivo a pensare a niente tranne che a: “ Mi sono fatto inculare da Palo!”, solo l’aria fresca che entrava da dentro quella voragine che il cazzo di Palo aveva fatto tra le mie natiche mi distoglieva da questo pensiero. “Cazzo! Palo mi ha rotto il culo!”. Dopo una decina di minuti, che mi servirono per riprendermi da quella mia nuova esperienza, decisi di alzarmi dalla brandina per andare in cucina per prendere qualcosa da mangiare. In cucina trovo Palo, era la che si preparava un tramezzino, era sempre nudo, sempre con il cazzo a mezzo tiro, quel grosso cazzo che qualche minuto fa mi apriva l’ ano. Non riuscii a resistere a quella vista, una forza oscura mi diresse verso di lui, mi inginocchiai di fronte a lui guardandolo come per pregarlo, gli presi in mano quel grosso cazzo portandomelo in bocca, comincia a succhiarlo con avidità cercando di infilarmelo tutto giù per la gola, cosa che non riuscii a fare date le grosse dimensioni del cazzo di Palo, in breve quel pezzo di carne fù nuovamente duro e grosso pronto per sfondarmi nuovamente il culo, Palo mi fece alzare e girandomi mi mise a novanta gradi facendomi appoggiare sul tavolo della cucina.
– Puttanella non ti è bastato? Allora adesso ti rompo il culo per davvero, non come prima ora te lo faccio entrare tutto nel culo, te lo butto fino in pancia e dopo non ti lamentare se ti troverai con un culo rotto in modo definitivo!-. Puntò la sua cappella nuovamente sul mio orifizio anale e cominciò a spingere questa volta in modo molto più forte e deciso, a breve la mia cavità anale oltre ad essere allargata in modo smisurato si riempi completamente di quel cazzo che però ancora non era penetrato tutto dentro di me. La pressione di quella cappella nel mio cavo rettale cominciava a provocarmi dolore ed io mi lamentai:
-Piano mi fai male!-.
-Zitta Puttanella te lo devo infilare tutto dentro! Ti voglio finire di sverginare, vedrai che dopo ti piacerà!-. Palo continuava a spingere dentro di me ma il mio retto si rifiutava di fare entrare quella mazza di carne per tutta la sua lunghezza, allora Palo in modo deciso mi prese da sotto le gambe sollevandomi dal terreno, si mise a sedere su un panchetto di legno posizionandomi a gambe aperte in verticale sul suo cazzo, in quella posizione lasciò leggermente andare la sua presa sulle mie cosce ed in quel modo era la forza di gravità a spingermi in basso e fare entrare nel mio culo il resto della verga di Palo. – Haia piano mi sfondi……- Quasi piangevo dal dolore ma non facevo niente per sottrarmi a quella penetrazione, lasciai fare finché non sentii la pelle del ventre di Palo toccare le mie natiche, segno che quel cazzo enorme era entrato tutto dentro di me, sentivo la cappella di Palo in mezzo alla mia pancia, il culo mi doleva da quanto era aperto e dilatato, il mio retto anale provocava degli spasmi nel tentativo di espellere senza riuscirci quella grossa mazza di carne. Una volta entrato tutto dentro di me Palo cominciò a stantuffare avanti ed indietro dentro di me facendo in modo di arrivare sempre al fondo corsa del mio retto anale, ad ogni affondo oltre allo spasmo di dolore sentivo il mio cazzetto gocciolare e sbrodolare in modo osceno, in breve cominciai a godere di quella penetrazione, godevo sempre in modo più intenso e forte manifestando il mio piacere con gridolini ed ansimando come una zoccoletta:
-Siiii….E grosso…..Mi sfonda……ma mi piace…..sfondami di più…..fammi godere…..-. Palo per niente stupito dal mio piacere continuava a sbattermi in modo sempre più deciso penetrandomi sempre più in profondità, ad un certo punto si sfilò completamente da dentro di me, mi fece alzare e sdraiare sul tavolo con la schiena, mi allargò le gambe sollevandole verso le sue spalle si appoggiò alle mie cosce ed in quella posizione mi penetrò nuovamente infilandomelo dentro per tutta la sua lunghezza. Sentii la sua cappella sbattere con forza contro la mia parete rettale, il colpo fu talmente forte che oltre al dolore del mio ano, dal mio pene sempre moscio schizzò un getto di piscio che mi colpì in pieno il viso. Entrava ed usciva dal mio culo per tutta la lunghezza del suo cazzo facendomi impazzire da piacere misto al dolore, a breve ebbi un orgasmo pazzesco che mi portò quasi allo svenimento. Palo continuava a fottermi sempre con più vigore, sempre con meno riguardi per il mio culo dilaniato, mi cambiò di posizione diverse volte, ero talmente in balia di quel cazzo che gli avrei lasciato fare tutto quello che avrebbe voluto, godevo come un pazzo venivo di continuo, ero completamente in sua balia e di quel trapano di carne che mi violentava. Ad un certo punto arrivò anche per Palo il momento di venire, mi fece inginocchiare, puntò la sua Mazza sul mio viso e mi inondò con il suo sperma.
-Ti è piaciuto come ti ho rotto il culo? Sei soddisfatta maiala? Guarda come ti ho sfondato puttanella….se ne vuoi ancora dopo si ricomincia…..-. Mentre mi diceva quelle cose, cercando di riprendermi dalla fila di orgasmi che avevo raggiunto , alzandomi da terra avvicinai una mano tra le mie natiche e scoprii che al posto del buco del culo c’era una voragine che senza fatica faceva entrare tre dita della mia mano, ero preoccupato per lo stato del mio culo ed anche sfinito per la cavalcata ricevuta, ma ero anche ben consapevole che volevo ancora quel cazzo dentro di me! Si non mi sarebbe bastato ne volevo ancora!
Dopo l’incredibile inculata ricevuta da Palo, passai molto tempo per cercare di lenire il bruciore del mio buco del culo sfondato in modo brutale da quel cazzo enorme, andai diverse volte in bagno a lavarmi con acqua fresca ed applicai una pomata per lenirmi il bruciore, nonostante tutto il pensiero di essere stato inculato in quel modo da un’ altra persona diversa dal mio padrone non mi abbandonava, da una parte il pensiero di essere scoperto dal padrone e subire la sua ira e conseguente punizione mi terrorizzava, ma era anche forte il ricordo fresco di quel cazzo che mi apriva il culo facendomi godere senza freni, del mio buco del culo che si dilatava al massimo per riceverlo, di Palo che pur sfondandomi il culo a dovere e senza riguardo non aveva il modo di fare dominante e minaccioso del padrone, posso affermare che con lui mi sentivo quasi felice di fare la troia. Per diverso tempo nel pomeriggio rimasi dibattuto da queste due forze; Una che mi diceva di lasciar perdere sperando che il padrone non si accorgesse del tradimento, ed un’ altra forza capitanata da quella zoccola che vive dentro di me che diceva “Voglio ancora quel cazzo nel culo, voglio fare la troia di tutti!”, questa ultima alla fine vinse e decisi di andare a cercare Palo nella villa.
Trovai Palo nel patio a bordo piscina, era la semi sdraiato su una poltroncina, completamente nudo con il suo grosso cazzo ben in vista, vedendolo non riuscii a distogliere lo sguardo da quel pezzo di carne che poco tempo prima mi era entrato dentro fino in pancia, provai la sensazione che il mio ano si dilatasse al pensiero di quel cazzo come per prepararsi ad una nuova penetrazione, Palo vedendomi mi disse – Ciao Puttanella, come sta il tuo culetto? Ti brucia sempre?-.
– Si-. Gli risposi io, – Mi brucia perchè me lo hai sfondato di brutto, ma lo voglio ancora, ti prego inculami di nuovo, fammi fare la tua troia -. Gli dissi quelle cose di getto senza pensarci due volte, ma forse non ero io a parlare ma bensì quella entità Zoccola che vive dentro di me, Palo per niente stupito guardandomi mi disse: – Lo sapevo sei proprio una puttana schiava del cazzo, vieni con me.-
Si alzò dalla sdraia avvicinandosi a me mettendomi una mano in mezzo alle chiappe spingendo un dito in fondo al mio culo, mi dirigeva all’interno della villa, attraversammo un lungo corridoio, salimmo le scale fino al piano superiore fino ad arrivare davanti alla porta di una stanza, li mi fece cenno di entrare.
-Il Padrone non vuole che nessuno entri qui.- Dissi.
-Non ti Preoccupare, il Padrone non c’è e non lo scoprirà mai -. Mi rispose Palo. Entrammo nella stanza, era una camera da letto, pulita, ben ordinata e molto ben arredata, anche se si capiva che non era abitata da diverso tempo. Palo mi portò fin davanti ad un armadio, aprì una anta ed estrasse dei vestiti, erano abbigliamento intimo femminile, un corpetto con reggiseno incorporato, un reggicalze di pizzo bianco calze color bianco trasparente con pizzo ed un paio di mutandine di tessuto trasparente con perizoma molto piccole.
-Indossali.- mi ordino, nella mia testa cominciavo a pensare che Palo si stesse comportando in modo impertinente nei miei confronti; Prima mi infila un dito su per il culo facendomi camminare per la casa fino a portarmi in questa camera da letto, disobbedendo totalmente gli ordini del padrone, ora mi ordina di vestirmi come una zoccola. Volevo ribellarmi, ma sempre in balia del mio essere troia dentro acconsentii alle sue richieste.
-Sei proprio una gran troia, sembri proprio una femminella, vieni puttana comincia a succhiarmi il cazzo. – Così dicendomi mi diresse la testa verso il suo ventre spingendomi il cazzo in bocca, io non aspettavo che questo e cominciai a succhiare con avidità cercando di prendere più cazzo possibile giù per la gola. Il cazzo di Palo diventava sempre più grosso e duro ed io a stento riuscivo a tenere in bocca la sua grossa cappella, Palo spazientito dalla mia incapacità di soddisfarlo con la bocca, sollevandomi mi butto carponi sul letto, abbasso leggermente le piccole mutandine che indossavo e punto il suo grosso arnese nel mezzo delle mie natiche, mi entrò dentro con forza dilaniando le carni del mio orifizio anale, provavo dolore ma mi abbandonai completamente a quella penetrazione lasciando fare al mio sodomizatore tutto quello che voleva. Mi scopò a lungo, cambiando spesso molte posizioni facendomi godere e gemere in modo osceno. Raggiunsi diversi orgasmi ed alla fine mi riempì l’intestino con il suo seme. Dopo l’ amplesso Palo mi rilevò che gli abiti che indossavano appartenevano ad una donna, La ex fidanzata del padrone, della quale lui era innamoratissimo. Ella però lo lasciò ed allora lui da quel giorno cominciò a cercare non più donne ma “femminelli” da umiliare e sottomettere ai suoi desideri. Nel tempo ne aveva trovati diversi, li sottometteva, femminilizzava ed abusava di loro psicologicamente e sessualmente finché non si scocciava e li abbandonava.
-Vedi Milo. – Comincò a dirmi Palo.
-Tu come tutti quelli prima di te, avete in comune alcune cose; Assomigliate vagamente alla sua ex fidanzata, siete sessualmente remissivi, ma soprattutto siete delle zoccole impenitenti! – .
– Tu Come tutti gli altri, non sei obbligatioa stare qui e subire tutte le sue angherie, ma lui dopo vi scopa, vi rompe il culo e voi morite dalla voglia di farvi rompere il culo! Tu Milo sei una zoccola schiava del piacere anale, e non puoi farci niente, sei una troia schiava del cazzo e pur di prenderlo in quel culo, ormai rotto che ti ritrovi sei disposta a subire di tutto. Sei una Puttana e resterai tale per sempre. – .
Palo con il suo discorso aveva fatto centro, dicendomi quello che io pur sapendo non volevo ammettere, era vero in qualsiasi momento potevo andarmene, anche adesso, non ero costretto a restare e magari subire l’ ira del padrone, ma quella zoccola che si era impossessata della mia volontà mi fece restare alla villa, perché essa aveva ancora voglia di cazzo, voleva ancora essere abusata ed umiliata, voleva ancora provare il piacere ed il dolore di farsi rompere il culo di brutto.
Per il resto della giornata non vidi più Palo, mi ritirai nella mia stanza nella speranza che si alleviasse il bruciore del mio culo a lungo provato dal cazzo di Palo e nella speranza che il padrone non si accorgesse del mio tradimento.

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