Così è cominciata la mia vita da lib

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Big Tits

Così è cominciata la mia vita da lib
Questo è la storia, vera, di una casalinga benestante, sposata con un professionista, che, dopo 9 anni di matrimonio felice, ha ritrovato, grazie alla lettura di un ebook, nuovi stimoli erotici, scoprendo un lato della propria personalità che non aveva neppure sospettato di possedere. Mi chiamo…ecco, mi chiamo Vanessa…diciamo.
Una domenica di maggio, eccezionalmente calda, vado al mare con mio marito per il primo assaggio di abbronzatura. Mentre sono lì, ricevo un sms: è una mia amica che, un paio di anni prima, mi aveva consigliato di leggere “50 sfumature…” ; a suo dire, è un capolavoro della letteratura erotica. Io, dopo circa 40 pagine, l’ avevo definitivamente abbandonato. Non riuscivo proprio ad andare avanti, lo trovavo noioso, ripetitivo e prevedibile. Lei si era molto meravigliata, specialmente conoscendo come la pensavo riguardo al sesso. Nel messaggino mi invia il link di un ebook, “sfidandomi” a trovare noioso anche quello.
Alla sera, dopo cena, mio marito guarda una partita alla tele. A me non interessa, allora prendo il PC e scarico l’ ebook. Anche quello, all’ inizio, mi sembra abbastanza noioso, ma decido di andare avanti.
Finita la partita, mio marito mi chiede che cosa sto leggendo. Io glielo dico e lui si siede accanto a me sul divano.
Leggiamo qualche pagina insieme. L’ azione che si sta sviluppando si fa interessante. Mio marito si alza per andare a letto e io, un pò a malincuore, lo seguo.
Prima di addormentarmi, forse stimolata da quanto letto, la memoria va indietro, al mio primo giorno di lavoro nello studio di mio marito. Io avevo 21 anni, e, a parte qualche innocente filarino adolescenziale, non avevo avuto nessuna relazione. Lui ne aveva 30 e…mi piacque subito, appena lo vidi dietro la scrivania. Seppi in seguito che anche per lui era stato lo stesso. Insomma, fra noi fu un vero e propio colpo di fulmine. Cominciammo a frequentarci al difuori del lavoro. Io ero (o credevo di essere) digiuna di sesso e lui, piano piano, mi dette…qualche lezione. Ero vergine e, d’ accordo con lui, lo rimasi fino al matrimonio, che avvenne dopo poco più di un anno di fidanzamento.
I primi anni erano stati, ovviamente, un fuoco artificiale. Non perdevamo occasione per fare sesso. Ora siamo sposati da nove anni, e la nostra vita sessuale, anche se non si è del tutto esaurita, ha perso molto dello slancio iniziale.
La sera del giorno dopo siamo andati a letto presto, per leggere insieme a mio marito il romanzo che ha risvegliato in noi la passione. Spesso, mentre facevamo sesso dopo aver letto qualche pagina, lui mi chiedeva come mi sarei comportata al posto della protagonista e io, rispondevo che avrei fatto la porca, la troia. Ben presto, mi sono accorta che anche io mi eccitavo. Fino ad allora, le nostre erano solo fantasie erotiche. Poi, una sera, mentre stavamo scopando ed io ero quasi al culmine del piacere, lui mi ha chiesto se l’ avrei fatto davvero. Non mi aspettavo la domanda, quindi buttai lì una risposta interlocutoria tipo: “vedremo…, magari se si presentasse l’ occasione…la persona giusta…chissà…”
L’ occasione si è presentata presto. Una sera, eravamo seduti su un lungo divano in una saletta interna di un locale. La sala era deserta; tutti i clienti erano seduti al fresco del giardino. Stavamo bevendo e chiacchierando, quando sul divano si è seduto un uomo. Posando il bicchiere sul tavolino mi sono soffermata a guardarlo di sottecchi. Nè bello nè giovane, aveva però qualcosa nello sguardo col quale mi fissava che mi dava i brividi, mi intrigava. Ho abbracciato mio marito e gli ho sussurrato: “Non chiedermi niente, ma se vuoi…proviamo.”
Lui ha capito, mi ha stretto, baciato e, carezzandomi, ha slacciato i bottoni della camicetta e ha alzato la minigonna, per mostrargli il ridottissimo intimo che indossavo.
Lui non ha perso tempo, si è avvicinato e ha preso ad accarezzami i seni. Mai avrei pensato che avrebbe potuto succedere una cosa del genere. Ero come sdoppiata, inerte, passiva nelle sue mani. Però mi piaceva, mi stavo eccitando…
Lì nel locale non si poteva andare oltre. Mio marito ha chiesto al tipo se conosceva un posto tranquillo dove avremmo potuto…approfondire la conoscenza.
Lui ha pensato pochi secondi, poi ha risposta che sì, lo conosceva.. Allora l’ abbiamo fatto salire in macchina e, seguendo le sue indicazioni, siamo arrivati al termine di una strada sterrata, sotto un cavalcavia dell’ autostrada.

Durante il percorso in macchina pensavo a cosa sarebbe successo, una volta arrivati. Cosa avrebbe fatto, il tipo? E io, come avrei dovuto comportarmi? Avrei voluto chiedere a mio marito, ma con il tipo seduto dietro era impossibile.
Arrivati, scendemmo dalla macchina: il posto era deserto. La strada finiva lì, e se fosse arrivato qualcuno l’ avremmo visto arrivare in tempo. Nessun pericolo, quindi. Ero un pò tesa. Mio marito era al mio fianco. Gli strinsi forte la mano e mi avviai verso il tipo che, con tutta tranquillità, si stava spogliando. Io mi tolsi la camicetta e lui, tutto nudo, si avvicinò e, senza una parola, cominciò a carezzarmi la fica.
Poi passò a leccarmi i seni, a stuzicarmi i capezzoli. Io, quasi meccanicamente, gli afferrai il coso. Non era come quello di mio marito, era più piccolo, morbido e…completamente depilato. Sotto le mie carezze ben presto diventò duro.

Mentre continuava a succhiarmi i capezzoli armeggiava con il perizoma, cercando di sfilarlo. Gli sussurrai di lasciare fare a me. Non ci misi molto. Subito lui si abbasso all’ atezza del pube, mentre io mi alzavo la gonna per farmela leccare meglio.
Mi piaceva ma non riuscivo ancora a rilassarmi, attenta a cogliere le reazioni di mio marito, se ce ne fossero state. Lui però stava in silenzio, limitandosi a riprendere lo spettacolo. Io mi stavo eccitando e volevo, volevo proprio, succhiargli il coso, sentirlo in bocca. Dopo mio marito, pensavo, era il primo uomo a cui lo avrei fatto.
Mi sono accovacciata sui talloni e ho cominciato con baci leggeri, timidi colpi di lingua. Prima, però, ho guardato ancora mio marito. Lui continuava a tenere in mano la piccola macchina fotografica. Da come la muoveva, ho capito che stava girando un video.
Il tipo era eccitatissimo: sentivo che stava per godere. Mi chiedevo se si sarebbe tolto, al culmine del piacere. Se invece avesse schizzato in bocca, cosa avrei dovuto fare? Non ebbi più tempo per pensare: lui mi tenne ferma la testa e mi riempì la bocca di sperma bollente, schizzo dopo schizzo. Sputai tutto in terra e mi sciacquai accuratamente la bocca con acqua che abbiamo in macchina. Mio marito mi accarezzò a lungo, in silenzio, mentre il tipo si rivestiva.
Lo accompagnammo alla sua macchina. Al momento di salutarci, ci chiese se ci poteva rivedere, se volevamo il suo telefono.
Mio marito gli disse che non era il caso, che magari ci saremmo rivisti al bar.
Ciao ciao.
Appena soli, mio marito mi chiese come era andata, cosa ne pensavo di quello che era successo, ma io gli risposi che ne avremmo parlato a casa. Arrivati, mentre mio marito preparava un caffè, mi feci la doccia, poi mi sdraiai a letto a gustare il caffè mentre lui era in bagno. Ne uscì nudo completamente, con il cosone eretto.
Si stese sul letto posò la bocca sulla mia patatina, baciandola, leccandola sapientemente. Se non lo avesse fatto glielo avrei chiesto. Ero tesa come una corda di violino per l’ eccitazione e ben presto ebbi un intensissimo orgasmo. Lui mi venne sopra, baciandomi, carezzandomi. Sentii il suo cosone che si faceva strada nella patatina inzuppata. Era durissimo. Mia marito si fermava spesso. Voleva farmi godere ancora. E intanto parlavamo della serata, mi chiedeva cosa avevo provato, se mi era piaciuto prenderglielo in bocca, se volevo rivederlo. Gli dicevo di sì, ed ero sincera, Anche la mia eccitazione era dovuta in gran parte all’ incontro col tipo. Lui mi chiedeva come si era comportato, gli sembrava che fosse stato un pò…rude, poco delicato e se volevo che intervenisse per farlo smettere. E io no… insomma, mi strizzava i capezzoli e mi teneva stretta per i capelli mentre glielo facevo, ma non mi dispiaceva del tutto.
“E quando è venuto in bocca cosa hai provato?” E io “ci stavo pensando quando ha schizzato, e a quel punto cosa dovevo fare? ho aspettato che finisse e l’ ho sputato. E lui “com’era, come il mio? era buono o ti ha fatto schifo?”…”no, schifo no, era un pò più denso del tuo e…più dolciastro, ma non sgradevole”. Ho un altro orgasmo mentre gliene parlo, e lui accelera il ritmo per venire…”e, lo ingoieresti?” Io “tu vuoi che lo ingoi?”…”siiiii – mentre sta schizzando liquido bollente nel mio ventre – sììììì, vorrei vedere la bocca piena del suo nettare, e poi vorrei che lo ingoiassi tutto…” Io “sì, amore, lo farò…lo voglio anche io.”

Il mattino Paolo va, come al solito, a lavorare. Io me ne sto a letto a dormicchiare e a ripensare alla serata. Mi masturbo e godo due volte, prima di cedere al sonno. Al risveglio, il pensiero torna lì, a quella vicenda così nuova, inaspettata, inimmaginata. Dal groviglio di pensieri che si intrecciano, si accavallano, emerge quel che mi ha detto Paolo, mentre facevamo l’ amore. Pensava veramente a quel che mi ha detto…che voleva che il tipo godesse nella mia bocca e che io ingoiassi il – come l’ aveva chiamato? – il suo “nettare”?
Immagino che quelle parole le abbia pronunciate al culmine dell’ eccitazione, senza pensarlo veramente, ma è comunque un particolare da chiarire.
Alla sera, arriva con un gran mazzo di rose rosse. A tavola, mi chiede se non ho cambiato idea, riguardo al rivedere il tipo. No, assolutamente, ma come si fa a incontrarlo?
“Torniamo là domani sera, se c’è bene, altrimenti, magari troviamo qualcun’ altro.E se lui è rude, violento? se ti fa male? vuoi che intervenga a farlo smettere?”
Ci penso un attimo e
“No, non fare niente se non te lo dico io. Lasciamolo fare e vediamo. Lui è così diverso da te, dai tuoi modi gentili, fammi provare.”
Poi…dopo un breve silenzio…
“Però, però cè una cosa da chiarire, prima di incontrarlo di nuovo.”
“Dimmi, cara…”
“Quando mi hai detto che vuoi che io…beva il suo nettare…era solo perchè eri eccitatissimo o…lo vuoi veramente?”
“Bella domanda: diciamo che l’ eccitazione, il fatto che stessi per godere mi hanno, come dire…tolto qualche freno e sono riuscito a dirtelo. Ora però, ti dico che non voglio che tu faccia niente che non voglia anche tu, ma..se lo fai…a me non dispiace. Diciamo che fai come ti senti in quel momento, sapendo che da parte mia non ci sono obiezioni.”
L’ indomani, sabato, il locale è più pieno della volta precedente, e c’è gente anche nella saletta interna. Ci sediamo e ordiniamo da bere. Abbiamo quasi finito, quando arriva. Si siede sul divano e ordina un caffè.
Noi finiamo di bere ed usciamo. Lui, come pensavamo, ci segue.
Arrivati alla macchina, lo facciamo, come l’ altra volta, sedere dietro. Lui si presenta e ci dice quanto gli faccia piacere rivederci. Durante il breve tragitto allunga una mano, mi slaccia la camicia e afferra un seno, carezzandolo, massaggiandolo e…strizzando il capezzolo. Un pò fa male ma lo lascio fare. Guardo mio marito che guida ma mi osserva appena può e vedo che non dice niente. Rispetta la mia decisione di non intervenire se non sono io a chiederglielo. Arrivati sul posto, usciamo dalla macchina. La volta prima la serata era calda come deve esserlo una serata di metà luglio. Questa sera, invece, un vento non forte ma fastidioso e più che fresco spira nel sottopasso. Piero toglie pantaloni e slip e tiene la polo: io lo imito, tolgo la gonna ma lascio il camicione che un pò mi ripara dal vento freddo.
Questa sera Piero decide che non è il caso di essere…timido. Mi fa subito capire quello che vuole: mi dice di succhiargli il cazzo e di prenderlo tutto in bocca.
Insiste molto su questo. Non è molto difficile, viste le dimensioni, ma quando arriva in gola mi sembra di soffocare. Lui mi incita continuamente, e per farmi capire chi comanda mi dà qualche sculacciata, leggera ma più che simbolica.
A questo punto sono tentata di fare intervenire mio marito. Non per le sculacciate, ma perchè non so dove voglia arrivare. Mi volto a guardarlo. Lui è intento e riprendere e mi sorride, un sorriso di approvazione e di incoraggiamento. Ad un certo punto il tipo mi fa alzare, mi bacia e mi abbraccia e, continuando a toccarmi il culo mi sussurra:
“Ti voglio scopare”. Ecco a quello non avevamo pensato: non voglio farlo prima di averne potuto parlare con mio marito.
“Ce l’ hai il preservativo?”
“No, e voi?”
“Nemmeno, quindi non si può fare.” Credo di aver esaurito il discorso, ma lui:
“Senti, lo prendi nel culo?” mi chiede con tranquilla sfacciataggine, come se mi chiedesse se voglio un caffè.
“Ehhhh, no, non l’ ho mai fatto.”
“Ti fai scopare nel culo da me?” Ci risiamo, penso. Non so cosa dirgli. Vorrei rispondergli con un “NO!” secco e definitivo, ma la sua richiesta mi ha turbata. Sarà che, nel romanzo che ho letto la protagonista sembra trarre molto piacere da quella pratica, ma mi sono immaginata riversa sul cofano della macchina, penetrata in quel modo, e la cosa mi ha eccitato. Scelgo una risposta più…gentile.
“No, dai, stasera no. Continuiamo così, ci divertiamo e poi ti faccio un bel…servizio e…ti faccio godere e poi…poi bevo tutto…”
“Ok, se ti bevi tutta la mia sborra…per stasera mi accontento. però la prossima volta lo facciamo, d’ accordo?”
Non so cosa gli dia tanta sicurezza che ci sarà una prossima volta, ma gli dico di sì, che l’ avremmo fatto la prossima volta.
Lui ricomincia a farselo succhiare, insistendo che lo devo prendere tutto…tutto.
Per meglio farmelo capire mi afferra per i capelli
Dopo un pò che sono accosciata mi sento stanca e infreddolita. Mi siedo sul sedile della macchina e da lì proseguo a spompinarlo.
Lui continua a farmelo arrivare in gola e, ora, mi dà anche qualche leggero schiaffo.
Vuole godere, me ne accorgo dal cazzo che si fa sempre più duro.
Lo succhio con maggior impegno e, aiutandomi con qualche movimento della mano lo faccio godere. Viene, riempiendomi la bocca di sperma. Ricordo quello che avevo promesso a mio marito e apro la bocca perchè possa vedere il bianco liquido, e poi la chiudo e ingoio tutto.
Lui mi dice di pulirlo bene con la lingua, poi si veste. Come l’ altra volta, lo accompagnamo. Al momento di lasciarci, lui dà a mio marito un biglietto da visita dove c’è scritto: Dott……………………… e il numero di telefono. Gli dice di chiamarlo a qualsiasi ora e lui risponde che lo farà senz’ altro.
Arrivati a casa ci abbracciamo, ci strappiamo quasi i vestiti da dosso e, nudi, ci rotoliamo nel letto. Scopiamo felici ed eccitati e intanto gli racconto che Piero mi voleva scopare. Senza una ragione apparente, non gli dico che lo voleva fare anche dietro. Magari non lo vediamo più e allora sarebbe inutile porsi quel problema. La mattina ci alziamo tardi, ci svegliamo con calma. Dopo pranzo ci sediamo sul divano. Mio marito mi passa un braccio attorno alle spalle e parliamo. Parliamo della serata. Paolo vuol sapere cosa penso, soprattutto riguardo al comportamento di Piero così ruvido, al limite del violento.
” Sinceramente, quando mi ha sculacciata stavo per dirti di intervenire, ma ora sono contenta di non averlo fatto. Mentre mi teneva per i capelli e mi obbligava a…prenderlo tutto in bocca ho goduto due volte. Ero li, accosciata, scomoda, infreddolita ma mi bastava carezzarmi un pò per avere un orgasmo. All’ inizio mi dava un pò fastidio che fosse sempre lì a strizzarmi i capezzoli, ma poi anche quel dolore contribuiva al piacere. E tu, cosa hai pensato quando mi vedevi così…così “usata”? ”
Lui è imbarazzato, non sa come dirmelo, ma alla fine si decide e confessa che alle prime sculacciate…gli è venuto duro, e gli è rimasto duro per tutto il tempo. Poi mi chiede se voglio continuare a vederlo o no.
“Mah…se tu sei d’ accordo, finchè la cosa ci piace direi di andare avanti…e tu come la pensi?” Paolo dice che anche a lui va bene, ma chissà cosa ha in mente ancora di fare con me.
“Senti, vediamo, siamo sempre in tempo a fermarci, giusto? Io direi di provare…ora però, dai…leccamela, fammi godere .”
Lui si inginocchia sul tappeto e lo fa, bene come al solito e io godo due volte.
Poi ci prepariamo alla cena a cui siamo invitati.

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