Nata domestica di Maid Francine

Nata domestica di Maid Francine
Sono nato in una famiglia benestante di carattere patriarcale in cui non mi e’ mai mancato nulla o quasi, l’ unico valore che non mi hanno insegnato e’ l’ affetto, l’ amore, tutto quanto nella mia famiglia ha girato sempre intorno al denaro, mio nonno Francesco il patriarca a capo della grande famiglia composta da 3 maschi ed una femmina, tutti sposati e ciascuno con dei figli, in totale compreso mio padre e le mie due sorelle siamo piu’ di 20, la femmina non ha avuto figli. Mio nonno un uomo dal carattere duro ed inflessibile non ha mai dato l’ affetto, l’ amore a mio padre ne agli altri figli e fratelli di mio padre, sempre impegnato a fare affari e lavorare duramente tanto che ha costruito un grande impero immobiliare, nessuno ha mai provato a ribellarsi a lui, chi ci ha provato ha avuto delle punizioni esemplari ed uniche come accadde a me, siamo negli anni 80, eravamo soliti passare le vacanze nella grande villa di famiglia costruita dal nonno in stile vittoriano, d’ ora in poi chiamero’ sub-famiglia le famiglie formate dai figli del nonno paterno, bene ogni sub famiglia numerosa aveva due domestiche regolarmente segnate, salvo la mia sub-famiglia che chiaramente gia’ subiva al tempo e non poteva averne piu’ di una perche’ secondo gli altri fratelli era piu’ che sufficiente, mio nonno ne aveva anche lui due, in sostanza nella famiglia erano quasi piu’ domestiche che figli, bene riunendoci tutti insieme contavano anche con la guardiana e capo di tutte le domestiche in tutto 12 e lavoravano tutte insieme, quando le vedevo io ne ero molto attratto, rapito dalle loro divise pulite e stirate e i loro grembiulini con pettorina inamidati o con bretelline incrociate, i miei preferiti che mi ricordavano tanto la sottomissione forzata, tutte truccate, vederle cosi’ anche se alcune non erano proprio belline come le 2 capoverdiane, le italiane e le filippine erano carine, il mio sogno piu’ nascosto era quello di essere una di loro.
Accadde tutto nel perodo natalizio, mio nonno invito’ a pranzo in villa una professoressa di filosofia con la figlia piuttosto antipatica e bruttina, io chiacchierando a tavola mi feci scappare un apprezzamento negativo nei confronti di questa, la apostrofai come faccia da scureggia, purtroppo mio nonno senti’ come anche la mamma piuttosto offesa, se ne ando’, la stessa doveva essere utile ad una mia cugina che non riusciva a superare un’ esame universitario, ando’ su tutte le furie perche’ si rifiuto di aiutarla, mio nonno era imbufalito e comincio’ a meditare vendetta, fece chiamare subito la capo-domestica Maria e parlo’ con lei, io ai voglia a chiedere scusa, perdono, che mi dispiaceva , anche a mia cugina, Maria mi prese per un braccio e mi disse di seguirla, mi porto’ in cucina, io tremavo, ero un ragazzetto sedicenne, ero al cospetto dell’ esercito di colf, 4 erano le cuoche (Maria,Filomena, Fortunata,Rosetta), 4 erano addette alla pulizia di tutte le stanze e della casa in generale (Bettina, Caterina, Agnese, Claudia), 2 erano filippine molto carine ( Helen e Coeli), 2 capoverdiane ( Maria Joana, Fatima ) tutte mi chiesero cosa avessi combinato, io gli raccontai, ma Maria non mi fece finire che mi infilo’ un grembiule di gomma e un paio di guanti e mi mise davanti al grande lavello di metallo tipo ristorante e mi disse che dovevo cominciare a lavorare insieme alle altre, tutte le donne rimasero senza parole, sbigottite, parlottando tra di loro e si chiedevano se stavano sognando oppure quello che vedevano era il nipotino del padrone trasformato in sguattero, sentivo i loro vari risolini, in quel momento ebbi un erezione, le donne avevano finito di mangiare e mi portavano piatti, bicchieri, posate, pentole, tegami insomma di tutto, io lavavo accuratamente e posavo le stoviglie delicatamente a scolare nel grande asciugatoio metallico accanto al lavello, ero anche molto veloce che le donne si stupivano e chiedevano se l’ avessi fatto prima, risposi di no, qualcuna di loro addirittura diceva che ero piu’ brava di loro rivolgendosi al femminile e li’ ebbi un’ altra erezione, una di loro se ne accorse, era una filippina, la piu’ carina si chiamava Helen ed era mia coetanea, mi guardo’ e mi fece gli occhi dolci , le altre filippine e le italiane gelose mi dissero che dovevo pensare solo ad eseguire gli ordini e mi battezzarono Franceschina, Maria la capo-domestica anche cuoca era sposata con Adriano addetto alla guardiania tutto l’ anno della villa e viveva fisso li’ insieme alla moglie, pensavate che la mia punizione fosse finita li’ nemmeno per idea, mi aspettava altro, mio nonno mi voleva impartire una lezione che mi segno’ tutta la vita e nessuno poteva obiettare nemmeno i miei genitori, pena taglio dei viveri, si erano fatte appena le 16, Maria mi condusse dopo avermi fatto spogliare degli indumenti da sguattera visto che oramai ero Franceschina e mi condusse nello spogliatoio di servizio, io ebbi un brutto presentimento e scoppiai a piangere come un bambino, che mi sentivano fino alla cucina, Maria che tra l’ altro mi voleva molto bene, mi abbraccio’ e cerco’ di consolarmi e rincuorarmi, io chiesi spiegazioni di quel comportamento, non capivo, non era abbastanza la punizione di sguattera, lei tra le lacrime mi disse purtroppo no e devi imparare, tuo nonno ti ha dato una punizione esemplare anche davanti a tutti, tesoro mio adorato dovrai fare la donna di servizio per un’ intera settimana, la pregai, la scongiurai, lei anche aveva provato a convincere il nonno ma non voleva sentire ragioni dovevo essere umiliata davanti a tutti, Maria apri l’ armadio di servizio di fronte dove erano custodite tutte le divise da colf ed erano suddivise in gruppi ogni gruppo formato da 6 camici complete di grembiulino con pettorina o bretelline portava il nome di ogni domestica, la guardiana mi fece provare prima una divisa di un gruppo era quello delle capoverdiane ma non ando’ bene perche’ mi stava largo, il camice era celeste con disegnini a fiorellini con grembiulino con pettorina cordinato , provai il secondo camice di un’ altro gruppo quello delle italiane addette alla pulizia delle stanze, era bordeaux a tinta unita con grembiulino con pettorina dello stesso colore, camice stretto, finalmente trovammo la mia misura era nel gruppo delle filippine ed era quello che apparteneva ad Helen la mia coetanea una bambola, vestii un camice di color rosa pallido con la cintina dello stesso colore e tasche a barchetta e sopra un bel grembiulino bianco smerlettato molto femminile con tasca asimmetrica da un lato, in piu’ mi porse un paio di zoccoli di pelle bianca traforati con suola in gomma con zatterone di gomma, una volta vestita mi fece girare e alla fine mi disse che potevo andare ma ero un po’ mascolina, mi condusse in lavanderia- stireria dove mi attendeva la mia preferita Helen, mi fece i complimenti e che ero molto carina con la sua divisa e che mi stava a pennello, ma un po’ mascolina, mi comincio a dare qualche lezione sullo stiro, appresi quasi subito, non vi dico che erezioni violente, lei se ne accorse e non riusci’ a trattenersi, dicendomi che notava che eseguivo il lavoro quasi alla perfezione e sembrava che l’ avessi fatto da sempre con il suo accento anglo-italiano non parlava bene la mia lingua, quel giorno sembrava non finire mai, non era ancora finito il mio primo giorno di servizio, stirai talmente bene che Maria tornando a controllarmi mi disse che ero nata per fare la colf e che sarebbe rimasto un segreto, Helen mi invito’ poi’ in camera sua a fare due chiacchiere da amiche colleghe, io risposi che l’ avrei raggiunta, stavo per recarmi in camera sua, ma mi blocco’ Caterina che aveva preso qualche ora di permesso perche’ doveva fare delle compere urgenti e mi disse che dovevo andare a dare una mano alle altre tre, nelle camere che c’ era molto da fare, cosi’ salii al piano di sopra, appena mi videro si complimentarono con me di come gia’ mi ero inserita, ma che ero troppo mascolina e che si vedeva che ero un ragazzetto travestito da domestica, e se fossi disposto a fare qualche accorgimento, risposi che andava fin troppo bene cosi’ come stavo, ma mi tradi’ davanti a loro la mia violentissima erezione e Bettina mi disse che avrei dovuto accettare la loro proposta se non volevo rischiare qualche brutto scherzo, aggiunse che si notava troppo che desideravo essere come loro anche come camminavo, mi misero subito sotto mi infilarono un grembiule di plastica a fiorellini e dei guanti di gomma tipo Marigold per non macchiare la divisa con i prodotti di pulizia, pulii delle stanze da cima a fondo, a cominciare dai bagni e tutti i sanitari, vetri delle finestre, pulii i specchi ,poi passai ai disimpegni in marmo, passai aspirapolvere e straccio, passai alle camere, rifeci i letti, passai l’ aspirapolvere sulla moquette, insomma pulii tutto il piano e le altre mi stavano a guardare estasiate da tanta professionalita’ , chiaramente io mi muovevo leggiadra nella villa e passavo spesso davanti alle cugine, cugini, zii, zie, mi sorridevano come se vedessero una qualsiasi colllaboratrice domestica, i cugini maschi ogni tanto si permettevano di fare qualche apprezzamento del tipo, bella frocietta, travestita sei uno schianto etc. ma io non ci facevo caso perche ero sempre sempre insieme a qualche altra mia collega e in fin dei conti il mio sogno si era realizzato e dentro di me ero molto serena, siamo ancora a Lunedi’ la mia prima giornata si stava per compiere, quando il nonno appena rientrato mi mando’ a chiamare, naturalmente mi presentai vestita da servetta, mi disse che era fiero di me perche’ avevo ubbidito alla lettera e che gli era stato riferito che ero molto bravo, naturalmente anche in quelle vesti lui mi vedeva sempre come un maschietto, mi congedo’ dicendomi che stasera avrei servito la cena io insieme alle due filippine che erano le piu’ indicate, me ne andai a testa bassa, in cucina, per parlarne anche con Maria, mi disse di non perdermi in chiacchiere che questa sera ci sarebbero stati ospiti e di dare una mano a preparare la cena alle cuoche, mi misi ai loro ordini anche loro si congratularono con me e mi riferirono facendosi scappare, pensando che io lo sapessi che le lesbiche (Bettina, Caterina, Agnese e Claudia) gli avevano parlato molto bene di me e che ero una donna mancata e soprattutto nata per questo mestiere, Filomena mi disse di indossare il grembiule di plastica appeso vicino a quello per i piatti e i guanti da lavoro per la preparazione delle pietanze e mi indico di pulire per bene sotto la sua direzione il pesce, poi lo misi nel tegame grande apposito, lo condii con gli ingredienti che mi diede Fortunata, aglio, olio, rosmarino, aceto bianco, infornai il tutto, venne a chiamarmi Bettina una delle lesbiche e mi condusse nel loro bagno dove mi aspettavano anche le altre, mi disse che dovevo prepararmi in fretta e loro mi avrebbero dato una mano, ma capii poco dopo, Claudia aveva gia’ preparato la ceretta e comincio a depilarmi tutta fino al buchino del sedere, mi indico’ la doccia per lavarmi bene di tutte le impurita’, mi fece accomodare davanti allo specchio, vide la grande preoccupazione nei miei occhi, ma Bettina una di loro mi rassicuro’ dicendomi che stasera avrei dovuto apparire come una donna e non doveva trasparire nulla della mia mascolinita’, mi fece indossare una mutandina di pizzo nero con perizoma, delle splendide calze nere autoreggenti ed un wonder-bra sempre nero di pizzo coordinato con l’ intimo, portavo quasi una terza di seno, poi passarono al trucco e li’ mi uscirono delle lacrime per la gran paura mista all’ eccitazione,Claudia si arrabbio molto dandomi della puttanella e di stare zitta, schiaffeggiandomi con violenza, al termine mi fecero specchiare, avevo il viso truccatissimo, i peli della barba sembrava che non li avessi mai avuti, viso pulito, liscio, con fondotinta terra del sole e phard rosato e cipria, occhi neri truccati e profondi, contorno con matita nera, eye-liner solo nella parte superiore con mascara nero, le sopracciglia me le avevano sfinate moltissimo quasi invisibili e le avevano ridisegnate con la matita nera, arrivo’ il momento piu’ eccitante quello della divisa ne’ da colf, ne’ da domestica ma una vera e propria divisa da cameriera vera e quella cameriera ero proprio io, indossavo un camice nero di raso lucido con collo e polsini di pizzo di sangallo coordinato sopra con bel grembiulino bianco con tasca piccola e pettorina, il grembiulino terminava poco sopra le gambe a coprire il camice e la pettorina proseguiva con delle bretelline che si incrociavano dietro la mia schiena e si abbottonavano ciascuna al suo bottone di ciascun fianco , completarono la mia vestizione facendomi indossare delle scarpe nere con punta lunga molto classiche ma eleganti con tacco 9, mi fecero specchiare e chiesi se avessi cambiato sesso perche’ vedevo una ragazza allo specchio, seppur elegantissima ero una semplice cameriera, ma io mi sentivo al settimo cielo e di questo se ne accorsero anche le lesbiche, Claudia durante le ore di permesso era andata a far compere per me, ma la sorpresa ci sara’ dopo, Bettina mi disse che ero bellissima tra i risolini compiaciuti delle altre e che non aveva mai visto una cameriera cosi’ bella e affascinante , poco dopo arrivo’ anche Helen che nel frattempo si era preparata anche lei pronta come me, mi guardo’ e mi bacio’ appassionatamente, mi divento’ duro turgido come il marmo che mi tasto’ con la manina un pochino sotto il grembiule, ma la interruppero le altre dicendole di fermarsi, e lei mi prese per mano e mi rassicuro’ con una carezza lieve dicendomi che era fiera di me e se ero pronta, annuii, cominciammo a prendere le portate in coppia io ed Helen, dietro seguiva Coeli, mentre servivo notavo un gran chiacchiericcio tra i tavoli nessuno poteva riconoscermi , ero serena, trovandomi molto vicino al tavolo dei miei cugini non potei fare a meno di sentirli ed uno di loro si fece scappare un apprezzamento pesante su di me con voce soffusa , mi avrebbe scopato davanti a tutti e altre cose del genere, Nonno senti’ questi complimenti ma fece finta di niente, era estasiato nel vedere tanta grazia e perfezione che si reco poco dopo in cucina a chiedere chi fossi , ma nessuna delle cuoche ebbe il coraggio di dire la verita’, rispose solo Rosetta dicendo che ero la nipote Nicoletta, chiese del suo nipotino e perche’ non stesse servendo insieme alle altre due cameriere, gli risposero che mi ero categoricamente rifiutato ed ero andato in camera, lui allora monto’ su tutte le furie, dicendo che era stanco, e incarico’ una delle cuoche di andare a riferire a Francesco che stasera sarebbe terminata la punizione, ma visto che si e’ ribellato, lo condanno ad un’ altra settimana di servizio, essendo Lunedi’ fara’ la colf altri 13 gg aggiungendo di essere rimasto colpito da quel viso angelico della nipote di Rosetta che desiderava conoscerla al piu’ presto, Rosetta annui’.
Io Franceschina terminato di servire la cena tornai in cucina insieme alle due filippine, Rosetta che mi aspettava mi riferi’ il tutto ed io rimasi a bocca aperta e triste ma felice dentro di me, cenai insieme a Helen e Coeli , parlammo del piu’ e del meno, poi io ed Helen rimanemmo sole in cucina, lei mi mise il grembiulone da lavapiatti con i guanti e mi faceva compagnia e mi tastava per sentire se mi era venuto duro,e mi passava le stoviglie da lavare, avevo appena terminato di lavare che lei mi fermo’ mi comincio a baciare tutta, mi slaccio i primi due bottoni del camice e mi comincio a tastare il seno, io feci lo stesso con lei, gli alzai il camice ed il grembiulino nero e cominciai a sfiorarle la vagina con le dita sentivo che ansimava, sul piu’ bello venne Bettina e ci interruppe, disse di andare in camera sua, Helen intanto era tornata nella sua camera e mi aspettava con ansia, appena in camera esordirono tutte insieme e se avessi saputo la novita’, risposi di no, il nonnino non sapeva che questa sera ero io a servire la cena e mi aveva condannato ad una settimana aggiuntiva di servizio, io lo avevo gia’ saputo da Rosetta che mi aveva ribattezzata Nicoletta la sua nipotina e che l’ indomani sarei stata presentata al nonnino, ero ancora in tenuta di servizio da sera le altre tornarono alle loro rispettive camere stanche del lungo lavoro svolto ed io rimasi solo in stanza con Bettina, aveva fatto di tutto per rimanere sola con me , ma anche Helen mi stava aspettando in camera, ero stanca anche io e molto, ripensando a quello che mi aspettava l’ indomani cosi’ chiesi di ritirarmi , ma Bettina tuono’ apostrofandomi con aggettivi come troietta,puttanella e mi confesso’ che mi desiderava come donna anche se non lo ero biologicamente ma a lei non importava e tale mi considerava, io mi eccitai terribilmente , mi disse che anche io desideravo questo si notava dal rigonfiamento sotto la divisa, cedetti, aggiunse che stasera mi avrebbe fatto sentire piu’ troia di quello che ero, capii ma ero in estasi e non mi interessava di quello che sarebbe successo e mi lasciai andare chiedendo se mi dovessi spogliare, ma lei rispose che voleva possedermi, cosi’ come una gran puttana, e domani mi sarei sentita piu’ donna, comincio’ col baciarmi con passione , mi slaccio il primo ed il secondo bottone della divisa e mi mise le mani nel seno e comincio’ a stimolarmi, mi tocco’ i capezzoli e mi li strizzo’ mi fece piangere dal dolore, mi diceva dimmi che ti piace e mi vuoi, risposi di si, che la volevo, amore amore mio, facemmo l’ amore con molta passione, mentre scopavamo sentii la porta aprirsi erano le altre lesbiche pronte che avevano indossato i loro arnesi (strap-on) ognuna ce l’ aveva piu’ grande dell’ altra, Bettina si fermo e lo prese in bocca e comincio’ a leccarmelo e spompinarmelo ben bene, poi mentre stavo quasi per sbottare mi disse di trattenere ancora e ricominciammo, la stantuffavo come un toro impazzito finche non sbottai in una sborrata colossale fuori dallla sua vagina, sulla sua pancia, mi diede della porca maialona, poi Bettina mi ordino’ di leccare la sua pancia per bene ed ingoiarlo fino all’ ultima goccia oramai ero partita, feci tutto quello che mi disse, ad un tratto sentii, mentre ero in posizione a pecorina, un liquido fresco che mi colava nel buchino era Claudia che mi stava riempiendo l’ ano ben bene ammorbidendolo con molto gel, mi diede due sonore sculacciate sulle chiappe sentendole ancora sode per ammorbidirle e comincio ad appoggiare il suo pene tra le mie natiche entrando e uscendo pian piano, e mi rassicurava: “ Ora proverai che significa essere donna”, non fini’ la frase che con colpo secco me lo infilo’ fino alle palle, dicendomi se mi piaceva, annuii ansimando come una cavalla che lo prendeva per la prima volta dal suo stallone, mi chiedeva cortesemente di non urlare e Bettina prese da una busta che aveva una ball-gag e me la infilo’ in bocca legandomela dietro la parrucca che ancora non avevo levato, dicendomi che questa sera sarei stata sodomizzata a turno, e poi a turno avrei dormito con ciascuna di loro ogni notte per quattro notti e se non avessi accettato, avrebbero spifferato tutto al nonnino, dopo quelle parole e la mia risposta positiva, Claudia, il mio stallone comincio’ a montarmi , sembrava impazzita come uno stallone selvaggio che stantuffa la sua cavalla, la sentii poi urlare di piacere, poi a turno le altre chi mi prese alla pecorina, chi con la carriola, chi mi spalanco’ le gambe appoggiandosi e mi trapano’ senza pieta’, lo presi di tutte le misure a turno le altre lesbiche vennero, capii poi che lo strap-on che indossava ciascuna era doppio, un pene si infilava nella loro vagina e l’ altro destinato alla vittima ed a ogni movimento gli si muoveva dentro la vagina come se fossero scopate a loro volta finche’ non venivano, mi sentivo squartare come un abbacchio con il suo carnefice, finalmente stremate e stremata io conclusero e togliendomi poi la ball-gag se lo fecero leccare e spompinarlo da me, vennero di nuovo a turno poi si sfilarono i loro arnesi e mi presero una per volta per la parrucca costringendomi a pulirgliela per bene con la lingua facendomi ingoiare il loro liquido come una pompinara di professione, e’ quello che mi sentivo una gran troia, intanto Bettina aveva indossato il suo arnese e se lo era stretto bene in vita e mi disse che avrebbe lei completato la mia trasformazione da zoccola, fu’ la piu’ violenta comincio’ a spingermelo dentro con forza sovrumana, fino agli intestini, sembrava non finire mai il mio supplizio a cui ero sottoposta, strillavo , urlavo di piacere, di goduria misto a dolore, Bettina riusci’ a venire tre volte, usci’ dal mio orifizio, si slaccio’ il pene e dopo avermi costretta a detergerlo bene con la lingua, mi prese per i capelli della parrucca e mi spinse con veemenza verso il suo clitoride inondato di liquido per quanto era venuta, e si fece pulire per bene facendomelo ingoiare come una porca insaziabile, finalmente mi disse di spogliarmi facendomi lasciare reggiseno e perizoma che a Bettina piacevo molto in intimo diceva che ero molto eccitante, mi aiuto’ a struccarmi e mi fece indossare un completino baby-doll con culottes, prima di andare a dormire mi gelo’ dicendomi che tra di loro avevano deciso che a turno sarei stata la bambola di ciascuna di loro, la prima notte rimasi con Bettina e ci addormentammo mano nella mano , l’ indomani mi butto’ giu’ dal letto di buon mattino erano le 7,00 mi disse che bisognava sbrigarsi per prendere servizio, non feci in tempo a mettere il camice che il nonno mi mando a chiamare da Maria, mi disse che mi voleva vedere subito e di andare a prepararmi indossando abiti maschili , cosi’ feci mi presentai a lui impeccabile con un vestito marrone e camicia celeste, nonno pensando che non fossi stato informato mi confermo’ che dovevo fare un’ altra settimana di punizione come colf, voi direte ma non poteva farti vestire da cameriere e uomo di fatica, no’ perche’ la mia punizione doveva servire come esempio e rimanermi impressa nella mente, infatti mi segno’ per sempre, chiamo’ il suo autista che con la macchina di rappresentanza, una jaguar ci recammo in un negozio in centro, arivati li’ capii tutto ma non fiatai, il nonno mi disse che Maria la guardiana gli aveva detto che non potevo dividere le divise da lavoro con Helen la filippina, avrei potuto dirgli che la cameriera di ieri sera ero io, cosi’ sarebbe finito tutto, ma non volli mi piaceva troppo andare fino in fondo a questa mia nuova vita, cominciai a pensare cos’ altro aveva in mente, magari umiliarmi davanti alle commesse o peggio davanti ai commessi, mammamia tremavo, giocai la carta del pianto, ma non servì, nonostante la mia ribellione anche con la forza, con l’ aiuto dell’ autista mi costrinse ad entrare in quel grande negozio su due piani pieno di divise da lavoro, mi rasserenai un pochino perche’ mi accorsi che le commesse e la direttrice a cui nonno si rivolse erano tutte donne, poco dopo si rivolse alla direttrice che conosceva molto bene, e fece in modo che ascoltassi, si rivolse cosi’ ad Adelaide questo era il suo nome “ Buongiorno cara Adelaide, avrei bisogno di qualche divisa da domestica per la mia nuova colf , una ragazza di colore che ha la stessa corporatura di mio nipote che mi sono portato come indossatore”. Adelaide rispose che ci avrebbe affidato alla sua commessa di nome Rita la piu’ esperta ,la quale mi porto’ in uno stanzino col nonno che attendeva fuori per il giudizio. Provai di tutto, camici di colore blu,rosa,verdini,bordeaux, celeste, giallini, coordinati , tutti con tasconi di varie forme, grembiulini bianchi con pettorina alcuni con una tasca al lato,altri senza, con bretelline e pettorina con due tasche piccole ai lati, alla fine ne uscimmo con ben sette camici, blu, rosa, celeste, bordeaux, giallino a quadrettini, rosa a quadrettini, celeste a quadrettini, i camici a quadrettini erano abbinati a grembiulini con pettorina e bretelline incrociate dietro la schiena, i camici a tinta unita abbinati a grembiulini bianchi con pettorina, alcuni erano a base squadrata, altri a base rotondeggiante, chiaramente a me stavano a pennello, poi d’ un’ tratto il nonno fu’ attratto da un completo da cameriera era un’ incanto, mi disse di provarlo, non esitai, era composto da camice nero di raso lucido, con colletto e posini di pizzo , il particolare era che si abbottonava da dietro, quindi mi feci aiutare da Rita, davanti specialmente per chi aveva un po’ di pancia senza bottoni si sarebbe vista di meno, io poi ero magrolino, andai in erezione, Rita se ne accorse e mi rassicuro’ dicendomi di non preoccuparmi perche’ non era il primo ragazzo che vedeva vestito da cameriera, io divenni rosso come un peperone, mi aiuto’ ad indossare il grembiulino anch’ esso di raso lucido ma bianco con la pettorina e le bretelline che finivano incrociate dietro alla schiena e si infilavano in due asole ai lati finendo con un bel fiocco, mi disse di specchiarmi, Rita mentre mi vestiva aveva un non so che’ di compiacimento sadico, il nonno apprezzo’ quella divisa e la acquisto’ completa con due crestine una di raso e una di cotone bianco. Tornati a casa mi disse di riprendere servizio, si era fatta quasi ora di pranzo, circa le 13 di Martedi’, mi apprestai con le nuove divise a sistemarle nell’ armadio, scelsi per il servizio a pranzo di indossare la divisa celestina tinta unita con grembiulino stondato con pettorina, meno male che mi vide una delle lesbiche, Caterina e mi disse che cosi’ non potevo servire il pranzo cosi’ mi acconcio i miei capelli e me li fono’ formando dei boccoli , mi fece poi un trucco leggero ma che si notava insistette molto sulle mie sopracciglia che erano molto sottili ridisegnandole con la matita chiara e del phard rosato, sugli occhi mi mise dell’ ombretto chiaro e mi trucco’ il contorno con una matita nera e del leggero mascara nero per rendere il mio sguardo piu’ profondo, mi disegno’ le labbra con una matita chiara e mi mise del rossetto un po’ piu’ scuro della matita, indossai delle scarpe scure con tacco basso, ero pronta e molto emozionata, piu’ emozionata della sera prima da cameriera, cominciai a prendere le portate dalla cucina che mi passavano le altre donne e a servirle tavolo per tavolo, i commenti di giorno si spregavano, del tipo che non stavo male oggi, che ero truccata bene da femmina, e una bella travestita, nonno non ce la fece piu’ e tuono, rivolgendosi ai commentatori : “ Avete visto che succede a mancarmi di rispetto e a farmi arrabbiare ? Potrebbe toccare a chiunque di voi che ridete e scherzate tanto !!! Specie ai maschietti, vero Albertino e Giovanni ?? “. Rimasero ammutoliti . Tornai in cucina soddisfatta e pranzai insieme alle altre donne, Bettina si mise vicino a me , mi chiamo’ amore e mi replico’ che questa sera sarei stata di Claudia e mi sarebbe toccato il pene medio e io tra di me gia’ pregustavo il momento, dopo il pranzo mi toccarono tutti i piatti da lavare anche quelli delle altre ragazze con il solito abbigliamento da sguattera, le altre mentre lavoravo mi guardavano rapite, affermando che ero cambiata in questi soli due gg. che sembravo nata per fare questo lavoro, e non vedevano piu’ un ragazzo ma una ragazza, mi stavo trasformando piano piano in una donna e non me ne rendevo conto, a queste parole mi venne duro e dritto come un fuso, le donne videro il rigonfiamento sotto il camice e i due grembiuli che portavo, soprattutto quello di plastica da lavapiatti, una di loro scherzosamente me lo tocco’ dicendo che una femmina non ce l’ ha quel coso tra le gambe e dovevamo fare qualcosa per camuffarlo , non potevo lavorare con quell’ affare che spunta sotto la divisa ma qualcuna approvava e piaceva molto quella situazione insolita era Helen che mi si avvicino’ mi sorrise e mi tasto’ con la manina sul grembiule grondante d’ acqua, mentre io proseguivo nella mia mansione, mi disse all’ orecchio di sbrigarmi a finire che mi aspettava in stireria, terminai in tutta fretta, mi tolsi l’ abbigliamento pesante, appena mi vide mi disse :” so’ che dobbiamo lavorare, ma io ti desidero anche cosi’ come stai, anche come femmina visto che sei cosi’ attiva “. Parti’ un erezione violentissima, l’ avevo duro come il marmo e intanto avevo cominciato a stirare e mentre svolgevo il mio lavoro, lei mi continuava a tastare, a baciare l’ orecchio e a sussurrarmi parole dolci, dicendomi che aveva un idea, di lasciare qualche panno anche a lei da stirare, cosi’ feci, lei si mise alla tavola da stiro e mi continuava a toccare , tastava il mio seno dicendo che era piu’ grande del suo, poi si giro’ di s**tto e mi bacio’ appassionatamente, continuando con la sua manina scivolando piano piano fino al mio membro turgido ad un tratto non si trattenne piu’ mi sollevo il grembiulino poi il camice lo prese tra le mani e si chino’ e comincio a succhiarlo alternandosi all’ ingoio era bravissima, finche scoppiai venendogli in bocca, lei ingoio’ il mio nettare senza far cadere nemmeno una goccia a terra, continuammo senza curarci delle altre donne indaffaratissime, nelle camere, in cucina, nel giardino, a lavare a mano, a stirare, poi allo stiro c’ erano Claudia e Bettina che ci facevano l’ occhietto facendoci da palo e d’ altronde sarebbe stato il mio momento di pausa solo che non andavo a riposare mai , quindi lesbicavamo tranquillamente, poi tocco’ a me dopo avere tastato il suo seno bellissimo la leccai spennellandogli il clitoride, mentre lei me lo menava, divenne di nuovo duro, finalmente la scopai senza pieta’, ululo’ come una lupa mannara, prima sulla tavola da stiro due volte , poi sulla lavatrice fu bellissimo !!! Helen era impazzita tra il compiacimento delle lesbiche , ci pulimmo subito nella fontana della stireria, ci ricomponemmo come due brave servette e finimmo di stirare, venne l’ ora di cena circa le 20,15 il nonno cenava tra le 20,30 e le 21,00 , Io cenavo insieme alle altre un pochino piu’ tardi, generalmente sempre verso le 22,00 mai prima, mi recai in cucina per dare un’ aiuto nella preparazione dei cibi, ma mi dissero invece di andare a servire perche’ ero cosi’ carina e regale, mi andai a cambiare indossando il completino da cameriera che mi aveva regalato la mia fidanzatina Helen dicendo che stava piu’ bene a me che a lei, oramai mi era stato insegnato a truccarmi ma aspettavo sempre il benestare o di Bettina o di un’ altra lesbica che erano le piu’ esperte, toccava quasi sempre a me servire la cena insieme ad un’ altra ragazza dicevano che ero la piu’ professionale ed impeccabile nel servizio, finito il mio compito che terminava con il rassettamento della cucina, finivo a letto a turno, abbigliato da femmina con baby-doll e culotte, o intimo femminile tipo, guepiere, corpetto rigido, calze velate e tacchi con plafond rosse vernice o nere da grande zoccola quale ero oramai, pernottavo nel letto della lesbica di turno con pigiamino di raso rosa o celeste a fiorellini, per ricordarmi sempre la mia condizione di femmina lesbica, Claudia la piu’ mascolina e la piu’ grande era una vero maschiaccio rude nei modi, mi violento’ pesantemente , mi possedette tutta la notte, me lo fece ingoiare 10 volte, mi penetro’ con il suo pene immenso, dicendomi durante la sodomizzazione che ero la sua servetta,troietta preferita, di seguito Agnese abbastanza tranquilla di animo generoso in compenso mi trucco’ da vera puttana da strada, non so’ dirvi se somigliavo piu’ ad un trans o ad una zoccola che batte per la strada, amava molto penetrarmi, lo fece anche lei instancabilmente ed indossavo un completino baby-doll di raso rosa e un paio di scarpe rosse di vernice con tacco e plafond come quelle che vendono nei sexi-shop , anche con lei duro’ tutta la notte, che di giorno ero costretta a portare un trucco con copri occhiaie, non bastava che lavoravo tutto il giorno ma dovevo lavorare anche di notte.
Il mio lavoro di servetta domestica proseguiva ogni giorno con l’ alternarsi delle varie divise che mi aveva comprato il nonno. Pensavate che il nonnino si fosse dimenticato della bella Nicoletta ? Nemmeno per idea, mentre ero impegnata a pulire e riordinare le camere al piano di sopra insieme alle altre mi chiamo’Rosetta, dicendomi di andarmi subito a cambiare e truccarmi per bene, mi feci dare il benestare da Bettina che mi aiuto’ nel consigliarmi anche nell’ abbigliamento da femmina, indossai delle autoreggenti sopra una gonna kilt poco sopra le ginocchia e un bel golfino rosa a V con il reggiseno bra che spuntava elegantemente nello scollo a V, indossai la mia parrucca biondo cenere dopo averla pettinata per bene con la frangetta che cadeva composta poco sopra l’ occhio destro truccato sapientemente, completai il mio abbigliamento con un paio di scarpe nere a punta con tacco a spillo , mi ero talmente abituata nelle sembianze femminili che camminavo sui tacchi come una modella, Rosetta mi condusse da mio nonno presentandomi come la nipotina Nicoletta ed esordii col dire che quella sera mi ero improvvisata cameriera per fare una cortesia alla zia, oramai ero cambiata tanto mi sentivo femmina e parlavo con tono femminile quasi perfetto per quanto l’ avevo preso nel buchino che oramai entrava senza sforzo anche lo strap-on piu’ grande (quello di Bettina ). Il nonno propose a Nicoletta di entrare a servizio suo, tanto gli era piaciuta la cameriera, con un buon stipendio fisso con extra all’ occorrenza, intervenne la zia dicendo che sua nipote doveva terminare gli studi e poi sarebbe dovuta partire per l’ Inghilterra per qualche mese per andare ad imparare la lingua, Rosetta non trovo’ il coraggio di dire la verita’, mio nonno insistette molto dicendo che aveva proprio bisogno di quella donnina cosi’ professionale e carina al suo servizio specie come cameriera per servire a pranzo e cena, lo stesso fece un offerta alla cuoca e alla sua nipotina che non pote’ rifiutare, aumento’ lo stipendio di Rosetta da 2.000.000 a 3.000. 000 netti al mese e a Nicoletta propose di segnarla come collaboratrice domestica fissa ( dovevo presentare un documento falso) a £. 2.000.000 netti al mese, dopo aver ripreso le sembianze di servetta tornai con la (zia) dalle altre e discutemmo il da farsi con tutte le altre, qualcuna paleso’ l’ idea di andare a raccontare la verita’ anche perche’ come avrei fatto ad assumere il ruolo doppio di Franceschina la servetta e Nicoletta la domestica professionale ? Era l’ l’ ultimo giorno da Franceschina e l’ ultima notte da zoccola la passai con Bettina quella che lo aveva piu’ grosso e che mi reclamava, io accettai senza farmelo dire due volte, mi fece vestire da troia di strada, vestitino in latex con apertura sull’ ombellico e bretelline incrociate dietro la schiena, calze, reggicalze e guepiere, mi trucco’ dark alla Amy Winehouse, scarpe nere con tacchi vertiginosi, parrucca nera, disse che quella notte non me la sarei mai scordata, comincio’ col farmelo succhiare ed ingoiare a piu’ riprese quasi che mi soffocava, e intanto mi preparava l’ ano ungendomelo ben bene, poi’ mi fece girare e mi impalo’ tutta la notte senza pieta’ , mi sentivo sfondare avevo l’ ano in fiamme. La mattina seguente camminavo a gambe larghe per il dolore che avevo dentro l’ ano piu’ delle altre volte, presi servizio come Nicoletta la nuova domestica, Bettina mi trucco’ per bene senza far trasparire la minima traccia di mascolinita’ , con make up perfetto con rossetto e glitter sulle labbra, fondo tinta e terra sul viso e cipria e phard color pesca e occhi contornati da matita nera con una toccatina di liner, mascara sulle ciglia superiori, ero perfetta con la mia divisa giallina a quadrettini e il grembiulino coordinato uguale con le bretelline che mi faceva sentire piu’ schiavetta servetta, presi subito servizio, feci colazione insieme alle altre domestiche, furono tutte contente perfino la guardiana a vedere solo donne. Nicoletta era la cameriera e domestica personale del commendatore non sapendo che aveva come servetta il suo nipotino che oramai aveva perso ogni caratteristica maschile, nelle movenze, nel parlare, nel gesticolare e nel comportamento era divenuta una vera donnina e non era disposta a tornare indietro ma manteneva e fiera i suoi attributi maschili , seni e pene mascherandolo con delle mutandine spesse sotto la divisa, era stata addestrata bene come femmina, nel suo nuovo ruolo si sentiva perfettamente a suo agio era addetta alla preparazione della colazione del commendatore cucinando uova al bacon con salsiccia, spremuta fresca d’ arancia , pane burro e marmellata, caffe’ e latte e la serviva a tavola con la sua divisa servile, linda, poi passava a servire gli altri tutte le mattine preparando anche a loro cio’ che chiedevano come gli zii e i cugini,sempre dopo il nonno, poi proseguiva al piano di sopra con le altre donne, in primis rassettava e riordinava la camera del vecchio rifacendo il letto all’ occorrenza cambiando le lenzuola e pulendo il bagno, lavando per terra il pavimento e passando l’ aspirapolvere sulla moquette, poi proseguiva nelle altre camere lo stesso, era un’ instancabile lavoratrice, dopo aver raccolto tutti i panni sporchi che accumulava in un’ angolo del grande ingresso del piano passava in stireria e faceva le lavatrici, nel frattempo indossava sopra la divisa guanti di gomma e grembiule gommato da lavandaia e lavava alcuni panni a mano che non si potevano mettere in lavatrice, senza perdere tempo andava a stendere cosi’ abbigliata sul filo di ferro rivestito di caucciu’ , tornava in lavanderia, tolti gli indumenti pesanti e di nuovo per muoversi agilmente toglieva i panni bagnati dalla lavatrice e di nuovo andava a stendere canticchiando come una lavanderina, tornava di nuovo alla lavanderia che era anche l’ ambiente dello stiro e si univa alle altre per stirare le lenzuola grandi con la grande macchina stiratrice automatica, si faceva presto l’ ora di pranzo, all’ una e trenta il nonno pranzava.
Nicoletta si andava a sistemare, si rifaceva il trucco supervisionata da Bettina o un’ altra delle lesbiche le piu’ esperte in fatto di make-up che la consigliavano sempre bene, cambiava la divisa con una tinta unita sempre chiara e metteva sopra un grembiulino con pettorina elegante possibilmente senza tasca e scarpe con tacco per essere piu’ leggiadra e serviva il pranzo con una classe innata, sembrava fluttuare sul pavimento, poi tornava in cucina e pranzava insieme a tutte le altre serve e qualcuna ancora stentava a credere che quella bella ragazza una volta era quel maschiaccio di Francesco oggi donna di servizio a tutti gli effetti e cameriera perfetta, venne qualche volta anche reclamata per servire insieme alle altre a casa di amici dei parenti, e’ amata da tutti e rispettata, ma anche contro la volonta’ delle altre servitrici si offriva sempre in ogni mansione domestica : adora fare la sguattera fissa e lavare i panni come lavandaia, le piace molto stirare e spesso sostituisce le altre domestiche che a loro dire e’ la migliore , adora il suo ruolo di colf, sembra essere nata solo per quello, spesso cucina lei ed ha imparato a preparare molte pietanze, la sera e’ un’ insostituibile cameriera , a Natale si e’ improvvisata cuoca insieme a Rosetta, Maria e Fortunata e ha preparato il cenone e lo ha poi servito alla famiglia e agli invitati, il fine anno lo ha passato a festeggiare sempre in servizio brindando con le altre, oramai ha la consapevolezza di essere donna e vive da donna, quando esce e spesso con le altre, non ha piu’ indossato un abito maschile, indossa spesso minigonne e tacchi a spillo o convestiti stretching o con gonne e vestitini di pelle o simil pelle, non riesce a farsi piacere gli uomini, gli piacciono sempre le donne e’ fidanzata ufficiale ma il nonno ancora non lo sa’ con Helen la filippina che la ama tanto e spesso fa’ l’ amore in servizio con lei, a Helen che e’ stata istruita dalle lesbiche gli piace molto indossare lo strap-on e lo porta sopra la divisa di servizio e possiede spesso Nicoletta intenta a stirare o a lavare con la complicita’ ed in presenza delle lesbiche che fanno da palo e cosi’ va avanti per qualche giorno, il nonnino non si e’ dimenticato che il nipotino sta’ quasi per terminare la sua punizione e lo manda a chiamare da Maria la fedele guardiana, Nicoletta a questo punto non se la sente piu’ di tornare Francesco nemmeno per un attimo e si presenta cosi’ come sta al commendatore, lei parla da donna e si muove da donna e’ stata completamente trasformata nel parlare e nelle movenze, gli mancherebbe solo di fare il passo decisivo degli ormoni per poi procedere alla transizione, ma non lo desidera lei e’ felice cosi’, il nonno la ascolta con molta attenzione, Nicoletta gli spiega che se era diventata cosi’ lo doveva a lui facendoglielo pesare e che cosi’ si sentiva bene, il nonno non si da’ per vinto e chiama Maria e le altre chiedendo spiegazioni dettagliate, Nicoletta cosi’ richiamata di nuovo dal servizio, spiega al nonno che era stata costretta a subire umiliazioni di vario genere e che potesse aspettarsi da un ragazzo costretto a vestire e truccarsi da donna per lo piu’ da serva e a lavorare come le altre e a vivere cosi’ per due intere settimane ? Maria e le altre gli danno ragione e gli consigliano che se ne faccia una ragione il commendatore, che non poteva fare e disfare come piu’ gli piaceva, suo nipote era una domestica, cameriera professionista stipendiata al servizio suo e della famiglia ed era serena. A questo punto il nonno disarmato chiede a Nicoletta (Francesco) se volesse cambiare sesso perche’ cosi’ non poteva andare avanti a lungo, Nicoletta le disse che ci avrebbe pensato e gli avrebbe fatto sapere , il nonno disse che avrebbe preso un appuntamento con la psicologa, cosi’ si congedo’ dal nonno tornando al lavoro, quella sera Nicoletta si senti’ molto angosciata e mentre era in cucina con le altre si fece consigliare soprattutto dalla fidanzatina Helen che cosa dovesse fare e era meglio per lei, le altre gli dissero come si sentiva dentro e lei rispose, donna, Helen le disse che se fosse diventata come lei, le sarebbe sempre stata accanto come amante, lei felice si reco’ subito in camera a prepararsi per servire la cena, quella sera si trucco’ in maniera molto elegante come se dovesse uscire indosso’ la divisa in raso completa ( ultimo acquisto col nonno ) si fece conciare i capelli con dei bei boccoli che le scendevano sulle spalle per quanto gli erano cresciuti, non aveva piu’ bisogno di parrucche perche’ i capelli se li era fatti crescere lunghi, infilo’ le scarpe nere col tacco 9 e si preparo’ ad entrare in scena, si sentiva come una grande attrice al debutto, quella sera fu’ ammirata da tutti, per quanto era bella, era diventata una donna perfetta ma manteneva il segreto , il nonno senza volerlo l’ aveva resa felice, pensando alla prossima sua transizione.

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