Viaggio nel Magreb 03

Viaggio nel Magreb 03
Marco non mi molla più con lo sguardo.

Rimango avvinghiata al bottegaio che in piedi continua a stantuffarmi. Un gemello, quello che lo costringeva a guardarmi, si avvicina a Marco, gli carezza il sesso e poi gli strappa gli slip

“No, eh! Metti giù le mani!

Il gemello prende a far scorrere la sua mano lungo il sesso di Marco.

Ora sono ferma.

Sento una lingua che mi carezza la schiena.

Prima lungo tutta la schiena, poi la sento salire dai reni verso il collo e viceversa. infine si insinua sotto di me e prima mi solletica il buchetto poi la sento scorrere lungo l’asta del bottegaio: prima di ogni nuovo affondo, la netta con la lingua dei miei umori. Fin quando l’orgasmo del loro capo mi riempie il ventre di seme bollente.

E’ tutto così strano, incredibile.

Un uomo mi sta possedendo mentre un altro gli lecca il cazzo.

Provo un secondo orgasmo.

Il primo gemello, ora dietro di me, mi solleva facendo uscire il sesso del loro capo ancora sussultante del lungo orgasmo; sento la pelle del suo petto aderire alla mia schiena mentre con una mossa velocissima, il bottegaio si inginocchia e poi si stende a terra. Mi ritrovo stesa a terra anch’io, con lui sotto di me come un materasso.

Il secondo gemello mi è davanti. È il suo turno, ora.

Il primo mi tiene ferma, incrociando le sue braccia sopra il mio petto.

Il gemello davanti a me si è inginocchiato e punta il suo arnese, lungo diritto e sottile, verso il mio pube.

Lo infila dentro con un colpo solo, avvantaggiato dalla copiosa lubrificazione fornita da chi lo ha preceduto. Ma il suo intento è un’ altro. Sfila il suo cazzo e lo punta al mio buchetto.

Vuole incularmi!

Da davanti!

Non l’avevo mai fatto così. Marco preferisce prendermi alle spalle, quel farabutto.

Mi brucia mentre il gemello spinge, conquistandosi pian piano la strada.

Da’ piccoli colpi senza mai retrocedere.
Incalza con insistenza, fermandosi soltanto per consolidare i millimetri conquistati. Ignorando le mie sincere esortazioni a smettere, continua affondando inesorabile.

Marco, inebetito, ha gli occhi di fuori dalle orbite; non da più importanza nemmeno al fatto che il primo gemello gli si è inginocchiato davanti e a preso a leccarglielo.

L’attrito e il bruciore diminuiscono sensibilmente quando la cappella riesce ad entrare tutta dentro di me. Poi prende a stantuffare dapprima lentamente poi con sempre maggiore energia.

Vedo Marco a bocca aperta che tenta inutilmente di deglutire: deve avere la salivazione a zero.

Anch’io faccio fatica a deglutire ma per l’eccitazione terribile che sto provando.

Penso a Marco che mi sta osservando mentre mi inculano davanti a lui e, variante mai contemplata nelle nostre fantasie, un altro uomo gli sta facendo un bocchino.

Ho un secondo orgasmo quando sento l’uccello del quarto uomo ergersi tra le mie gambe e cozzare contro il sesso dell’altro.

I due che mi avvolgono si parlano, si dicono qualcosa. Poco dopo un altro fiotto caldo, questa volta nell’orifizio anale, mi irrora violentemente.

Finito di schizzare il gemello si sfila ma non faccio in tempo a pensare “meno due” quando il bottegaio, ancora sotto di me, approfittando della dilatazione e dello sperma del gemello mi trafigge anch’egli da dietro.

per pochi istanti, chiudo gli occhi per il dolore

Quando li riapro, davanti a me vedo Marco che, preso per le braccia dai due gemelli è costretto ad inginocchiarsi e mettere la testa tra le mie gambe.

Gli fanno capire con una mimica inequivocabile: deve leccarmi la fregna, quel bastardo, cornuto!

Il primo contatto della sua lingua mi provoca uno spasmo che mi fa allargare di più il buchetto già dilatato dall’intrusione dolorosa del bottegaio.

Inizia con poca convinzione, fino a prenderci gusto mano a mano che si lascia vincere dall’eccitazione; la sua lingua si fa sempre più curiosa e intraprendente.

Godo ancora una volta.

Il bottegaio estrae il cazzo e lo infila in bocca a Marco. poi lo rinfila nel mio culetto dilatato.

Il mio orgasmo si protrae come mai prima.

I due gemelli sollevano Marco e lo fanno inginocchiare tra le mie gambe.

Vogliono che mi scopi.

Marco affonda il suo uccello nella mia fica.

Sono certa che sentire il cazzo di un altro nel mio culo attraverso la sottile parete che divide i due organi lo sta facendo impazzire.

Mi bacia furiosamente.

Parla in maniera sconclusionata.

Ha perso il lume.

Addirittura, quando uno dei gemelli inginocchiato a fianco del mio viso mi pone il cazzo in bocca, prende a leccarmi il viso e il cazzo al gemello.

D’un tratto si irrigidisce. Lo vedo sgranare gli occhi. Fermarsi e restare immobile.

Mi viene in mente un immagine bizzarra: i coni a strisce utilizzati per la segnalazione stradale.

Quelli che si possono riporre infilandoli uno dentro l’altro… Sento il cazzo di Marco crescere ulteriormente.

Capisco il motivo: l’altro gemello, dietro di lui lo sta sodomizzando.

Un ultimo devastante orgasmo mi depreda della ragione.

Vorrei urlare ma ho la bocca impegnata a ingoiare lo sperma di un gemello, mentre il bottegaio mi inonda l’intestino col suo seme e Marco mi irrora col suo.

L’altro gemello si accascia sopra Marco. Deve aver goduto anche lui.

Dopo un ora abbiamo ricevuto degli abiti per tornare in albergo.

Lungo la strada del ritorno, Marco, dolorante, si consolava all’idea di quel prezioso coltello, finalmente entrato nella sua collezione. Io, invece, progettavo altre vacanze per ampliare la sua collezione di coltelli.

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