Non giocare col fuoco, potresti scottarti! 05

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Non giocare col fuoco, potresti scottarti! 05
Cosa stavamo facendo, oramai potevamo definirci una coppia scambista? Lui un cuckold? e io? Erano questi gli angoscianti interrogativi che mi ponevo appena la lucidità tornava sovrana nella mia mente.
I giorni e le settimane che seguirono furono tremendi per le nostre coscienze, o quanto meno per la mia. Il gioco piccante si era trasformato in perversione reale, per giunta consumata in luogo pubblico come nelle peggiori commedie di serie B anni 70!
I nostri sentimenti potevano essere intaccati e rovinati dai nostri istinti peccaminosi e perversi?
Mentre mi arrovellavo il cervello ponendomi mille domande, Paolo con assurda glacialità proseguiva invece la sua vita come se nulla fosse. Io ero la sua dolce e amorevole fidanzata di giorno e la sua musa oggetto delle più recondite perversioni di notte.
Da parte mia, anche se stentavo ad ammetterlo a me stessa, se non potevo nutrirmi quotidianamente di sguardi indiscreti e situazioni peccaminose andavo in crisi.. e le scopate “riparatrici” serali con Paolo non riuscivano ad appagare completamente le mie voglie…trascinandomi in uno spaventoso circolo vizioso.

Finalmente venne giugno e con i primi caldi le giornate di relax a mare. La casa dei miei sul litorale era a soli 40 minuti di macchina. Io e Paolo ci andammo per il weekend, purtroppo non soli ma su invito di mia sorella Laura, più grande di me di 10 anni che ci voleva tutti riuniti per il suo compleanno. Al seguito tutta la truppa: il marito Michele, i due figli, gli zii e i Miei!
Sarebbe stato un normale weekend in famiglia alla casa al mare, come tanti. Anche se con il turbinio peccaminoso che caratterizzava al momento il rapporto fra me e Paolo, nulla poteva darsi per scontato, nonostante le premesse.
Arrivammo di buon ora il sabato mattina. Eravamo i primi, prendemmo possesso della solita stanza a pian terreno e subito in spiaggia a goderci la giornata di sole. Era giugno, poca gente, anche i villini vicino ai nostri erano quasi tutti sfitti.
Il bikini fasciava la mia pelle chiarissima e vogliosa di colorarsi quanto prima. Avevo indossato orgogliosa il costume nuovo regalatomi da Paolo e mentre mi spalmavo la protezione solare non potevo far altro che apprezzarmi. Prendevo coscienza dopo anni finalmente di quanto fossi bella e che tutte le pippe mentali sulle mie forme , i miei difetti e le paranoie, erano solo nella mia testa. Il sentirmi cosi attraente e desiderata nelle ultime settimane aveva infuso in me un’autostima che mai avevo avuto prima.
Erano quasi le 10 e pian piano finalmente la caletta prese a popolarsi.
Scorsi da lontano anche un mio amico del liceo, era con la sua comitiva. Presero posto a un paio di decine di metri da noi.
Passai ancora qualche minuto al sole. Poi mi alzai per comprare una birra al bar del lido. Di strada mi imbattei proprio nella comitiva del mio amico Lucio. Lo salutai affettuosamente, erano diversi mesi che non ci beccavamo in giro. Solite domande di rito e convenevoli. Mentre parlava il mio nuovo e sviluppatissimo 6 senso mi permetteva di percepire tutte le attenzioni che gli occhi dei suo 4 amici seduti sui teli da mare mi rivolgevano. Un paio li beccai spudoratamente a squadrarmi da capo a piedi. lo stesso Lucio alternava spesso lo sguardo tra i miei occhi e il mio seno. Rimanemmo a chiacchierare per non più di 5 minuti poi con un bacetto ci congedammo e proseguii verso il bar. Tornata al lettino stappai la birra. Paolo mi chiese di loro. “no niente tranquillo, solo il mio amico Lucio e la sua comitiva” E mentre lo dicevo notò il mio sorseggiare mentre li guardavo. :-“Ah ti sei trovata un buon motivo per stare in spiaggia oggi… ho capito” e così dicendo rimise gli occhiali stendendosi nuovamente sul lettino con sorriso sornione.
In effetti spesso e volentieri lanciavano occhiate verso di noi, verso di me più che altro. Innegabilmente compiaciuta sorseggiavo la mia birra. Mi misi ben eretta sullo schienale del prendisole, petto in fuori in modo da far risaltare le mie grazie. Paolo si godeva la leggera e rinfrescante brezza mentre prese a farmi i miei grattini preferiti proprio sopra il ginocchio.
Aveva un sorrisetto beffardo stampato sul volto coperto per metà dagli occhiali scuri. :-” lo so che la tua mente ora sta andando a passeggio fra chissà quali strane perversioni” gli dissi perentoriamente. Scoppiò a ridere :-” sono davvero così scontato!?” :-“ormai ti conosco nel midollo guarda… pensieri smaliziati non ne hai”. :-” ma dai… non posso essere solo contento di star trascorrendo una semplice e bellissima giornata al mare con il mio amore?” disse ridacchiando e pizzicandomi la coscia. Io:-” e scommetto che saresti ancora piu contento se magari togliessi il pezzo di sopra, che dici” Si destò di sbotto guardandomi con gli occhi di un bambino al quale stavano per consegnare il regalo di natale. Scoppiai ora io a mia volta in una fragorosa risata. :-” lo sapevo, sei tremendo!!” Ci scambiammo un bacio… nonostante tutto lo amavo forse più di prima. :-” Magari potrei…” non finii la frase che venni interrotta dal fragoroso “Zia Ambraaa” di mia nipote che mi abbracciò una frazione di secondo dopo. Erano appena arrivati tutti… Mia sorella, il marito, Elisabetta la mia nipotina di 10 anni e il fratello Francesco di 17. Ahimè seppur contentissima di vederli, i giochi in spiaggia quella mattina dovevano inevitabilmente considerarsi finiti e mai di fatto iniziati. Lo sguardo rabbuiato di Paolo mi confermò purtroppo le mie sensazioni.
Dopo neanche un ora eravamo tutti al completo in spiaggia,tra Ziii e genitori a raccontarci le ultime novità.
La comitiva di Lucio neanche a dirlo preferì trasferirsi sotto lo chalet del lido … più popolato di coetanei.

Rientrammo in casa per la serata, c’era da preparare la cena per festeggiare il compleanno di Laura.
Le donne in cucina a preparare il primo e contorni vari, gli uomini in giardino tra carne e Barbecue.

Eravamo in alto mare, le cose da cucinare erano tante e ci eravamo attardati troppo in spiaggia.
Avevo bisogno di un aiuto cosi chiesi a Francesco mio nipote di venirmi a dare una mano nel pelare le patate visto che l’immane sforzo degli uomini di accendere il barbecue sembrava completato e stavano solo cazzeggiando tra fiumi di birra.
Accettò di buon grado. Era sempre stato un bravissimo ragazzo, di quelli coccolosi che adorano tutte le mamme e le zie: Alto,
capelli castani con taglio da bravo ragazzo, occhi grandi e sinceri che ricordavano tanto quelli di sua madre.
Ricordo ancora quando poco più che ragazzina gli davo ripetizioni di matematica..

Francesco stava però crescendo, mentre gli ponevo il sacchetto di patate e il coltello notavo la cassa toracica finalmente sviluppata e piu armoniosa con il suo fisico che, da fuscello, stava irrobustendosi in quell’età di sconvolgimenti fisici che è l’adolescenza.
Con la massima disponibilità prese a pelare le patate, intanto gli chiesi come andava, della scuola finita e dell’ultimo anno da affrontare a settembre. Piu lo guardavo piu mi accorgevo di quanto stesse cambiando. Il suo volto paffutello da bambino ora assumeva lineamenti piu forti e longilinei. Una sottile peluria faceva capolino fra i classici brufoletti del volto.

Avevamo quasi terminato, presi una pentola chinandomi sotto il tavolo e girandomi di s**tto notai il suo abbassare gli occhi.
Mi stava sbirciando nella scollatura? Per un momento mi fece strano… il mio nipotino coccoloso stava crescendo e probabilmente quella versione di lui non sarebbe piu esistita se non nei miei ricordi.
Feci finta di niente e proseguimmo la serata.
A cena tutto come da copione, grandi risate tra abbondanti portate e bottiglie di vino di produzione dello zio. Gli aneddoti “divertenti” di 20 anni prima venivano riproposti sistematicamente da mio padre. E seppur strappavano qualche risata al tavolo, per noi erano la noiosa prassi di questo tipo di eventi. Vidi Paolo preda del disinteresse e della noia sorseggiare l’ennesimo bicchiere di vino. Mi avvicinai per consolarlo sedendomi sulle sue ginocchia :-” Vedo che ti diverti un mondo, lo sai non possiamo sottrarci a queste serate..i miei se la prenderebbero troppo” Lui:-” lo so… ma preferivo stamattina…almeno eravamo davvero in compagnia.” Mi strizzò l’occhio. Io:-” hai ragione ma che possiamo farci…” Lui:-“ma anche per te… almeno avevi qualcuno che ti dava un senso alla giornata..”ammiccò riferendosi a Lucio e ai suoi amici :-” beh certo, era tutto più interessante… ” risposi maliziosa io :-” qui al massimo ho mio nipote Francesco che in preda agli ormoni mi fissa le tette” Paolo allora posò il suo sguardo verso di lui che azzannava la sua fetta d’arrosto. :-“Chiamalo scemo… avessi una zia come te farei lo stesso!” mi disse sottovoce all’orecchio. Io gli diedi allora un buffetto divertita e compiaciuta , senza farmene accorgere sbottonai un altro bottone della camicetta. Volevo svegliare il mio lui dal torpore della serata. Paolo ridacchiava mentre prese a fissare Francesco curioso della sua reazione. Ripresi posto al centro del tavolo come se nulla fosse. Francesco aveva quasi finito di mangiare ma ora non poteva non notare la mia presenza di fronte a lui. Le sue occhiate alla mia scollatura erano ora piu soventi anche se sempre fugaci. Non sfuggivano agli occhi controllori di Paolo che sghignazzava compiaciuto della mia provocazione. Io dal canto mio guardavo il mio lui soddisfatta, mentre i nostri occhi si scambiavano messaggi subliminali del tipo “hai visto? basta poco per farti riprendere”. Era per me un divertimento e nulla più, la cosa non mi turbava più di tanto. Mi intrigava perchè godevo delle provocazioni che facevano eccitare il mio lui.
La cena finì e dopo il tanti auguri e la torta tornammo tutti nelle nostre camere.
Erano quasi le 3 di notte quando mi svegliai. Ero nauseata, troppo vino mi faceva girare la testa e lo stomaco. Paolo si svegliò chiedendomi se andasse tutto bene. Lo rassicurai e adagio guadagnai il corridoio per andare in bagno. Mi scappava da morire! In vestaglia, scalza, quasi ubriaca e completamente intontita dal sonno aprii la porta del bagno per liberarmi quando, in una frazione di secondo, mi resi conto di non aver bussato e la luce già accesa mi accecò. C’era Francesco in piedi di fronte al water intento a espletare i suoi bisogni fisiologici. Di riflesso mi partì un rauco “oddio scusa” con la mano che si portava a coprire gli occhi ma prima di distogliere lo sguardo, non potei non notare un piccolo grande particolare. Francesco cingeva con la mano un membro enorme! Era floscio, roseo, venoso e puntato verso il basso per far “centro” ma era comunque spaventosamente e sorprendentemente grande. Sembrava non poter essere davvero parte di quella figura cosi giovane e innocente. Raggelai con gli occhi sgranati. Lui cercò imbarazzatissimo di coprirsi ma in questo senso fece piu danni che altro, spargendo zampilli di pipì fra la tavoletta e il pavimento. Rossa dalla vergogna chiusi la porta e con ancora la mano sugli occhi tornai in stanza.
:-“Ambra che succede!?” mi chiese preoccupato Paolo. :-” niente niente tutto ok… è che ho appena fatto una figura di merda” :-” ah menomale credevo chissà cosa” ridacchiò lui :-“come menomale?!” risposi io incazzata cercando di metabolizzare il tutto. Lui:-” che hai fatto??” Io :- ” sono entrata sov****nsiero senza bussare in bagno e ho trovato Francesco a far pipì.. ecco”. :-” ahahah bella questa!” rideva Paolo. “ora gli si blocca lo sviluppo. Ritieniti responsabile hahaah” Io :-” ma sta zitto stai… quello lo sviluppo l’ha già fatto fidati.” Paolo :-” che significa? gliel’hai visto??” :-” ssshhhh sta zitto che ci sentono” lo ammonii. :-” allora? ” incalzava lui. :-” Paolo.. abbiamo in casa un nipote superdotato… incredibile” . Seguirono risatine sommesse del mio lui mentre mi scherniva per il mio rossore in volto. :-“beh voi certo che tra tettone e piselloni ce lo avete nel DNA… che famiglia!” :-“sei un cretino!” lo ammonivo io sorridendo mentre le mie pulsazioni riprendevano livelli normali. Lui:-“almeno abbiamo un motivo per divertirci sto weekend..” Io:-” ma dai idiota che è un ragazzino..che dici!” lo fulminai io.:-“per giunta figlio di mia sorella! non scherziamo! non metterti strane idee in testa stavolta” :-” ma mica dico che ci devi far chissà che! dico solo che sarebbe divertente giocarci… come il gatto col topo… anzi..la gatta col topo” Mi baciò l’orecchio e leccandomi dolcemente scese sul collo accarezzandomi le gambe con una mano. La scena di prima mi aveva innegabilmente scombussolata. La mano di Paolo si faceva piu audace e mentre tenevo gli occhi chiusi per un attimo mi ritrovai a pensare all’immagine del membro enorme di mio nipote che eruttava pipì. “cosa sto facendo” pensai tra me e me mentre lasciavo che la mano di Paolo si addentrasse tra le mie gambe. Le sue dita mi trovarono già bagnata.. non se ne sorprese…al massimo dovevo sorprendermene io. Ricambiai le sue attenzioni inserendo la mia di mano nei suoi boxer trovando una verga già bella dura pronta a spruzzare tutte le sue perverse voglie. :-” sei un maiale guarda già come ce l’hai duro” Gli sussurrai all’orecchio prima di accasciarmi sul suo ventre per un sontuoso pompino. “Per non parlare di te…che sei fradicia dopo aver visto il cazzo di tuo nipote” diceva lui con voce fioca e trafelata mentre si godeva le mie pompate sulla sua cappella. Non durò molto, la mia lingua prima e le mie labbra poi si chiusero cingendogli il glande enorme e pulsante. Qualche su e giù piu deciso e la mia bocca venne inondata di caldo sperma. Mandai giù tutto, ingoiando sonoramente fino all’ultima goccia. Mi ristesi sul mio cuscino orgogliosa del lavoro ben fatto osservando l’espressione del suo viso provata dall’orgasmo e dal fiato corto.
Si diede un attimo, mi sorrise e scomparve sotto il lenzuolo ricambiandomi il favore…

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