Le mie storie (65)

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Le mie storie (65)
Quando arrivo con la macchina a destinazione, sotto il sole cocente, dopo un viaggio fortunatamente senza traffico, la casetta a mare che si ritrova la mia famiglia mi sembra una villa a Los Angeles. Lo stress, la stanchezza, un anno di lavoro e finalmente posso passare quattro giorni nella assoluta tranquillità. Quante vacanze che ho trascorso in questo paese dal mare limpido. Ho vissuto un sacco di esperienze, e mentre percorro gli ultimi metri che mancano al mio parco rivivo il passato. Apro la casa, è circa mezzogiorno, il tempo di indossare il costume, di mettermi sopra un camicione azzurro, le ciabatte e via verso la spiaggia. Il lido nel quale vado da una decina d’anni a questa parte, è di un amico di mio fratello, un posto per famiglie, ma nello stesso tempo silenzioso e discreto. Siamo sempre le stesse persone che ogni anno si rincontrano per raccontarsi quasi sempre le stesse cose. In questi 10 anni tranne una fugace avventura il primo anno, non è successo niente o quasi con le persone incontrate lì. Non nutro nessuna aspettativa, ma neanche sento questa mancanza di sesso. Sono semplicemente stanca e voglio riposarmi. saluto il proprietario che sapeva già del mio arrivo grazie a mio fratello. Il solito ombrellone, volutamente in terza fila, con i due lettini. I ragazzi sono come al solito Gentilissimi, li ringrazio per aver portato la borsa e poi li congedo. Un occhio al pezzo di sopra del costume che fortunatamente è al suo posto e finalmente posso togliermi il camicione. Qualche saluto di circostanza e sono in acqua. 20 minuti di rilassamento come non succedeva non so più da quando. Poi torno a riva e dopo essermi stessa sul lettino comincio a guardarmi intorno. Le solite facce, qualche ragazzina che incredibilmente è cresciuta parecchio, qualche bambino piccolo piccolo che dorme beato e poi alla fine noto in seconda fila un tipo che legge un giornale sportivo. Non riesco ad inquadrarlo bene, vedo solo una parte del suo corpo, ma a memoria non mi sembra uno dei soliti.
Tornata a casa, mi rendo conto che il caldo è superiore agli altri anni, così decido di chiudere le finestre e girare completamente nuda, salvo indossare un pareo per andare nel giardinetto.
La mattina dopo alle 10 sono di nuovo in spiaggia; ci sono meno persone del giorno prima, ma lui, l’uomo misterioso è di nuovo sul suo lettino con il suo giornale rosa. Incuriosita, volutamente cambia tragitto per andare al mare e passo sotto il suo ombrellone chiedendo scusa. Mi volto e lui istintivamente mi risponde “non si preoccupi, tutto a posto”. Mentre arrivo in acqua, sorrido solitaria, perché il mio istinto ci aveva visto giusto: è davvero un bel ragazzo o uomo che dir si voglia. Mentre sono in acqua lo guardo da lontano e comincio a pensare quanti anni possa avere. Credo più o meno sia un mio coetaneo, ma proprio mentre sono intenta a farmi queste domande, una voce femminile rompe i miei pensieri “ciao Francesca”… È una mia amica, una decina d’anni più giovane di me, ex partecipante a Miss Italia e notoriamente schiva nei confronti di tutti o quasi. Fino a qualche anno fa veniva anche con il marito (bellissimo ragazzo), adesso la vedo quasi sempre sola con il figlio che, adesso 13 anni, cresce di anno in anno in maniera imbarazzante. Dopo i soliti convenevoli, senza tanti giri di parole le chiedo chi fosse quel tipo nuovo. Lei mi sorride come a farmi capire che lo avevo notato non soltanto io e mi risponde che è dirigente della Telecom che ha preso 1 delle case del proprietario del lido. Ci facciamo il bagno per poi salire da parte differenti. Io chiaramente di ripasso davanti scambiando nuovamente 1 sorriso d’intesa. 1 oretta dopo quando sono al bar per prendere 1 limonata, 1 voce da dietro dice alla cameriera di non prendersi i soldi. “ti posso offrire questa bibita? ” Ed io contenta come una bambina “certo… Intanto mi presento, mi chiamo Francesca”… “Claudio” risponde lui e si avvicina. Ci sediamo al tavolino e cominciamo a chiacchierare. Mi racconta che è il primo anno nel nostro lido, che gli è stato segnalato dal fratello della sua ragazza, che sarebbe venuta il giorno dopo. Io naturalmente rimango delusa al momento, ma lui continua a fare il piacione, cosa che gli riesce particolarmente ben, tanto che io rido come non mi capitava da tempo. Mi invita a prendere una cosa in paese la sera ed io accetto. Torno a casa che sono circa le sei del pomeriggio, dopo la doccia mi butto sul letto naturalmente nuda, mentre il ventilatore gira velocemente ed io con una rivista in mano penso al mio nuovo amico. Dopo cena e dopo l’ennesima doccia (ne avró fatte almeno cinque dall’inizio della giornata) decido di mettermi un vestitino bianco con le bretelline ma piuttosto scollato sul davanzale. Arrivo all’appuntamento e lui è lì puntuale ad aspettarmi. Devo dire la verità, è proprio un bel vedere con i jeans e una camicia bianca che gli fanno risaltare l’abbronzatura. Passeggiamo un po’, poi ci sediamo a prendere un cocktail che, in breve tempo, rende la nostra conversazione molto più “ai limiti” per così dire. Le barriere cominciano a scendere, tra una battuta e l’altra, ogni tanto mi trovo la sua mano sul ginocchio e con movimenti pseudo femminili riesco a liberarmi. C’è molta gente e lui più di una volta si avvicina al mio orecchio per parlarmi, provocandomi brividi di accettazione. Io non voglio fargli capire che la cosa non mi è indifferente, ma sono talmente presa che non mi rendo conto che mentre parliamo la sua mano ha fatto un bel tragitto sotto il mio vestito, fino ad arrivare in piena coscia. Da sopra lo fermo e lui, piano piano la tira fuori come se fosse stato tanato. Ci facciamo una grossa risata, e dopo un paio di strusci per la zona pedonale, che prevedono la sua mano sui miei fianchi, ci salutiamo dandoci appuntamento all’indomani.
Durante il breve tragitto che devo fare per arrivare a casa, mi rendo conto con un grosso stupore di essere bagnata tra le cosce, così appena arrivo, dopo essermi lavata i denti, mi tolgo velocemente i vestiti e dopo aver preso il mio fedele vibratore, passo 20 minuti di felicità fantasticando sulla serata.
Mancano due giorni alla mia partenza, devo capire cosa succederà. Metto su il costume rosso che essendo leggermente stretto, mi fa le tettone ancor più grandi di quanto già lo siano. Naturalmente non dimentico che intorno a me ci sono famiglie ed anziani, per cui mi copro con un camicione a fiori. Prendo posto sotto il mio ombrellone e subito guardo se c’è lui. Il posto è vuoto, ma dopo un quarto d’ora lo vedo arrivare insieme alla sua ragazza che devo dire non è affatto male se non fosse che lo riprende ogni due minuti per qualsiasi sciocchezza. Ogni tanto da lontano vedo il suo sguardo che, rivolto a me, cerca di darmi spiegazioni che io non voglio e non devo avere. Mi alzo per fare il bagno, naturalmente passo lontano da lui, che però nota con piacere il mio costume. Questo gli provoca l’ennesima reprimenda da parte di lei che lo abbandona e scende in acqua. Resto in ammollo una mezz’oretta, poi tornata su, mi stendo a pancia sotto e sbotton il pezzo di sopra che mi sta letteralmente soffocando. Mentre prende il sole, ogni tanto mi sollevo per guardar la situazione come si evolve, e senza rendermene conto guardo l’orologio che indica le 2:30. Normalmente sarei già a casa da un po’, mi copro i seni con le braccia e mi sollevo, intorno a me c’è il vuoto più totale, tanto che lascio per qualche secondo le tettone in libertà, dando però le spalle a Claudio, unico superstite della spiaggia insieme alla sottoscritta. Indosso il camicione e mentre mi avvio alla passerella, con una mano sotto il vestito slaccio il pezzo di sotto, ancora bagnato. Inevitabilmente lui vede il mio gesto e dopo che gli sono passata davanti, aspetta qualche secondo e mi viene dietro. Io lo capisco da rumore delle tavole che si muovono, ma faccio finta di niente e mi avvio alla stradina che porta alla mia bicicletta. All’improvviso dietro di me sento aprirsi la cabina dove ci si cambia, io l’ho superata già da qualche metro, ma una mano prende la mia e mi trascina dietro fino a farmi entrare. Naturalmente è lui! Non si vede quasi niente, la luce del sole passa sotto oppure sopra la porta, e dell’interruttore nessuna notizia. Mi appoggia al muro e comincia a baciarmi, io rispondo ai suoi baci, mentre il mio vestito sale su un giro di pochi secondi. Con la mano gli tocco il bacino per poi scendere giù alla ricerca del pezzo pregiato… Un attimo di sbandamento ed eccolo tra le mie dita! Vorrebbe mettermelo dentro, ma io lo accarezzo dall’alto fino alla base rendendomi conto che è proprio 1 bell’arnese. Mentre io lo sego cercando di arginare i suoi attacchi, lui si è impossessato dei miei seni che addomestica con le mani giocando alternativamente. Si ferma 1 attimo, giusto il tempo per togliermi completamente il camicione. Sono tutta nuda, lui ha solo la maglietta, si avvicina deciso, mi alza la coscia destra e me lo mette d dentro. Comincia a spingere ed io ansimo sotto i suoi colpi. Cerchiamo di fare in maniera silenziosa anche se dato l’orario, il vialetto fortunatamente è deserto. Vengo, mi aggrappo a lui che dopo 1 minuto lo tira fuori e schizza dove gli capita. Mi sporco le gambe di sperma, ma non ho niente con cui pulirmi. Rimetto il copricostume, esco di soppiatto, prendo la bicicletta e torno a casa più contenta che mai. Per tutto il giorno non faccio altro che pensare a lui, nel letto mi tocco fino a godere ricordando quell’amplesso al buio. La sera esco in paese, lo cerco nonostante sappia che con lui c’è la fidanzata, ma niente, nonostante un lungo giro, resto delusa.
Sono le 10 del mattino quando scendo per l’ultima volta in spiaggia. La sera devo tornare a Napoli ma vorrei incontrarlo di nuovo. Il suo ombrellone è aperto, ci sono poggiate borse e magliette, ma sotto non c’è nessuno. Guardo verso il mare ma niente, di Claudio nemmeno l’ombra. Scendo in acqua, devo distogliere il pensiero, faccio una nuotata al largo, poi lentamente ritorno verso la riva. Eccolo! È lì! Seduto con il suo giornale rosa, mentre a fianco la sua ragazza mette in mostra il suo bel sedere. Sono indecisa sul cosa fare, poi prendo coraggio e gli passo accanto. I nostri occhi si incrociano, sorridiamo entrambi, lei ha il volto girato dall’altra parte, io con la testa gli faccio segno di salire, ma lui di nascosto con una mano mi dice dopo. Ritorno al mio posto tutta contenta ed anche un poco eccitata. Intanto si è fatta ora di pranzo, tiro fuori dalla mia borsa un panino al prosciutto e chiacchiero con una mia coetanea che ha una bambina piccola piuttosto vivace. Tra una parola ed un’altra, da sempre uno sguardo all’ombrellone” che mi interessa”. Anche loro stanno mangiando, poi lei si alza e va a farsi il bagno. Un paio di minuti e lui, neanche fossimo in un film di servizi segreti, si avvicina al bidone dell’immondizia e mette un fogliettino dentro. Capisco che vuole dirmi qualcosa, così faccio finta di salire al bar e prendo il suo messaggio (il tutto mi fa ridere a raccontaarlo ma è drammaticamente vero). “Tra mezz’ora sono solo ” quando torno di nuovo in spiaggia, sul retro del bigliettino gli scrivo di seguirmi a casa. Lui da lontano dopo aver letto annuisce. È fatta! La sua ragazza torna, si asciuga e dopo averlo baciato sale. Lui riapre il giornale ed aspetta. Io intanto prendo piano piano le mie cose, mi cambio maldestramente il costum (soltanto sopra) approfittando che intorno sono andati tutti via e poi dopo aver preso la borsa mi avvio sulla passerella. Dopo qualche secondo sento dei passi dietro di me, sono sicura che è lui, così volutamente, sposto lo spacco del copricostume e gli mostro il mio sederone bianco e nudo. Sul vialetto che il giorno prima era stato “galeotto” mi affianca e mi sussurra che ha la bici anche lui. Gli dico di seguirmi a debita distanza, lui approva e resta sempre una ventina di metri lontano dalla sottoscritta. Percorriamo la pista ciclabile per qualche centinaio di metri, poi io sparisco nella stradina di casa mia e dopo essere entrata nel cancelletto, lo aspetto. Il cuore batte forte, ma lui non arriva, poi finalmente vedo la sua bicicletta svoltare. Lo faccio entrare in casa, ridiamo entrambi per questa scappatella organizzata nei minimi dettagli; faccio il gesto di offrirgli qualcosa, ma tutt’e due abbiamo in testa una cosa soltanto. Arriviamo nella mia camera da letto, mi tolgo il copricostume, il pezzo di sopra, resto completamente nuda davanti a lui che dopo essersi tolto la maglietta, si sbottona il pantaloncino. Io mi siedo sul materasso e dopo avergli spostato le mani, faccio uscire il suo uccello ancora moscio dal costume a slip. Finalmente posso vederglielo, naturalmente penzolante non è granché, così comincio a menarglielo con una mano e poi lo prendo in bocca. Piano piano diventa sempre più duro tra le mie labbra, diventa più grosso, più lungo ed io cerco di andare sempre in fondo, a prenderlo tutto. Lui mi sposta la testa, mi fa sdraiare sul letto e dopo avermi allargato bene le cosce comincia a scoparmi. Io sono già bella bagnata, lui continua a fare dentro fuori, finché non sente il mio orgasmo. Poi mi dice di girarmi e dopo averla messa a pecorina per qualche minuto, mi viene sulla schiena e sul culo. Mentre mi pulisco soddisfatta, gli squilla il cellulare. Naturalmente è lei che gli chiede dove sia finito. Lui senza tradire la benché minima emozione le dice che è al supermercato, e le domanda cos’altro deve prendere oltre la birra. Il tutto mentre con un fazzolettino si asciuga l’uccello ancora bagnato. Io scuoto il capo e devo dire invidio non poco la capacità degli uomini di dire bugie.
La mia estate è appena cominciata, ma devo tornare a Napoli.

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