Marco e Giovanni

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Marco e Giovanni
Marco aveva 25 anni ed era felicemente single, Giovanni ne aveva 36 ed aveva già una separazione alle spalle, i due lavoravano come montatori operai per una grossa azienda produttrice di piscine e spesso la loro professione li portava ad affrontare trasferte di qualche giorno per le quali si ritrovavano a dividere la stanza d’albergo con i colleghi.
Partirono da Milano per recarsi ad Ancona una mattina presto, Marco e Giovanni, era la prima volta che andavano in trasferta assieme e a dir la verità avevano avuto poche occasioni per conoscersi, avevano sempre fatto coppia o squadra con altri.
Il viaggio sarebbe stato lungo, Marco guidava il furgone e Giovanni stava seduto di fianco e, nel mentre, i due si raccontavano cose più o meno personali per prendere un po’ di confidenza. E quale argomento mette maggiormente in confidenza due uomini se non la fica? Ebbene si, dopo pochissimi chilometri i due stavano già parlando di fica raccontandosi le proprie avventure, spesso, esagerando un po’ come si fa fra pes**tori.
“Il culo ti piace?” chiese Giovanni a Marco il quale, un po’ imbarazzato, rispose di si.
“L’ hai mai provato?” incalzò Giovanni.
“No, mai” rispose Marco.
“Dovresti” rispose il suo collega, “è stata una delle cause della mia separazione, la mia ex moglie non me lo dava mai e quando me lo dava sembrava che lo facesse solo per farmi un favore contro voglia, infatti dicono che a prenderlo nel culo siano meglio i maschi, loro fanno meno storie e pare che gli piaccia di più”.
“Tu andresti con un maschio?” chiese Marco.
“Con un maschio non credo, magari se giovane e con un bel culetto invitante e depilato si, ma con una trans, quella si me la farei, vuoi dirmi che tu non ci andresti?”
Marco era imbarazzatissimo e trovò il modo di deviare la conversazione su argomenti relativi al lavoro; in realtà il suo sogno segreto era quello di provare a farsi inculare da un trans, più che di scoparselo ma si guardava bene dal dirlo, soprattutto sull’ambiente di lavoro.
Giunsero sul cantiere ed iniziarono a scaricare il materiale e gli attrezzi, i due, e durante tutta la lunga giornata di lavoro si scambiarono spesso battutine e doppi sensi, rendendo il clima fra loro due scherzoso fin quasi al limite del goliardico, a sera erano talmente in confidenza che Giovanni minacciava Marco di incularselo in albergo e quest’ultimo diceva che ci sarebbe stato, ovviamente il tutto era uno scherzo anche se nella testa dei due frullava già qualche idea.
Giunsero nella loro stanza d’albergo, i nostri amici, posarono le valige e decisero di farsi una doccia a turno prima di andare a cena.
“Vai prima tu”, disse Giovanni a Marco che iniziò a spogliarsi disinvoltamente davanti all’amico poi si diresse verso il bagno dandogli le spalle; aveva proprio un bel culo anche se maschio, “da saltargli addosso” pensò Giovanni al quale venne subito il cazzo duro fantasticando sull’idea di raggiungerlo nella doccia e prenderlo con la forza.
Quando Marco ebbe finito la doccia fu la volta di Giovanni, il quale quasi per vendetta si spogliò anch’egli davanti all’amico cercando di mostrare più possibile il suo cazzo, Marco sembrava non farci caso più di tanto e Giovanni si diresse verso il bagno, aprì l’acqua e si, si fece una sega sotto la doccia pensando al culo di Marco.
Uscì dalla doccia e tornando nella stanza Marco era nudo sul letto, a pancia in giù e a gambe aperte addormentato pesantemente per la stanchezza, cominciò ad accarezzargli i glutei poi non resistendo glieli afferrò e li divaricò per osservare il buchetto, Marco nel torpore del sonno si lasciava fare e pareva anche piacergli, abbassò il viso verso quel culo magnifico ed infilò la lingua sul buchetto, la sua “vittima” si lasciava leccare mugolando di piacere nel sonno finché, quando fu completamente fradicio di saliva, Giovanni salì sopra Marco e gli appoggiò l’asta al buchetto.
Si svegliò di soprassalto, Marco, esclamando: “ma che fai?!” e cercando di sottrarsi alle attenzioni dell’amico, ma ormai era tardi ed egli, oltre a stare sopra, era anche più robusto e forte.
“Non preoccuparti, ti farò un po’ male ma farò presto” disse Giovanni a Marco mentre gli faceva affondare con prepotenza il cazzo nell’ano, dilatandolo bruscamente e senza alcuna premura.
“Basta, mi fai male!” lo implorava Marco.
“Quante storie! Un culo così non può rimanere vergine” disse Giovanni con tono di disprezzo mentre ormai si era assestato nell’ultimo tratto del suo intestino e vi si muoveva su e giù con energiche, potenti e profonde spinte.
Poi Giovanni sentì il suo orgasmo arrivare e si rese conto che quanto si era appena goduto era solo un sogno ad occhi aperti, una fantasia durante la masturbazione, continuò a menarselo fino a fare uscire l’ultima goccia di sperma denso pensando ancora di essere nel culo del suo coinquilino.
Uscì dalla doccia, si asciugò ed uscì dal bagno entrando in stanza (per davvero questa volta) passò davanti a Marco con il cazzo ciondolante e si accorse che egli lo guardava con un certo interesse, se solo avesse saputo cosa gli aveva appena fatto nelle sue fantasie!
Finito di vestirsi per la cena i due si diressero verso il ristorante e Giovanni trovò la scusa per camminare dietro a Marco e guardargli il culo, era davvero appetitoso in quei jeans ed ormai aveva il chiodo fisso, doveva trovare il modo di provarci con lui.
La cena trascorse rapidamente fra una battutina e un doppio senso finché i due salirono nuovamente in camera per andare a dormire, si cambiarono e si infilarono ogni uno sotto le lenzuola del rispettivo letto, spensero la luce e si diedero la buona notte ma dopo poco, con gran sorpresa di Giovanni, Marco iniziò a parlargli nel buio della stanza.
“Posso chiederti una cosa?”
“Certo” rispose Giovanni,
“Come mai mi guardavi il culo prima?”
“Allora te ne sei accorto, non è stata una mia impressione, anche tu però mi hai guardato il cazzo quando te l’ho fatto ciondolare davanti mentre eri seduto sul letto”.
“E’ enorme!” esclamò Marco, “per forza la tua ex moglie non voleva darti il culo!”
Giovanni si mise a ridere poi disse: “già, forse hai ragione, peccato che è troppo per iniziare per te, altrimenti…”
“Altrimenti?” rispose Marco con tono allarmato.
“Beh, se tu ci stessi non nascondo che te lo farei, hai un gran bel culetto, lasciatelo dire”.
“Lo prendo come un complimento anche se devo subito frenare ogni tua strana idea”.
“Peccato” ribatté Giovanni, “sono sicuro che ti saresti anche divertito”
“Può darsi” rispose Marco.
“Davvero non hai mai provato a farti penetrare? Non farlo è uno spreco con una meraviglia del genere” chiese Giovanni.
“Non sono mai stato con un maschio, se è questo che vuoi sapere, quanto alla penetrazione voglio essere sincero, qualche oggetto l’ho provato ma non andrei mai con un uomo, con una trans magari, ecco, quello si”.
“Con una trans piacerebbe anche a me” disse Giovanni, “sai che facciamo? Domani sera andiamo a cercarne una e ce la mettiamo in mezzo mentre facciamo il trenino, ti va?”
“Smettila, scemo!” rispose Marco, poi si voltò su un fianco dando le spalle a Giovanni e si mise a dormire.
La mattina dopo i due tornarono in cantiere e non fecero alcun cenno ai discorsi della sera prima, qualcosa però era cambiato perché nel loro modo di relazionarsi erano sparite le battutine a doppio senso, la giornata passò e la sera si diressero nuovamente all’albergo, saliti in camera Marco chiese chi per primo avrebbe fatto la doccia e Giovanni rispose: “visto che con me non la farai e che siamo rientrati troppo presto per andare a cena, io faccio due passi, tu nel frattempo non lavarti troppo bene che se ti sento profumato e pulito poi ti salto addosso”.
Marco andò a lavarsi mentre colui che ormai poteva considerare un amico era uscito per farsi un giro, iniziò ad insaponarsi sotto la doccia e non riusciva a fare a meno di pensare al cazzo enorme di Giovanni mentre si insaponava il buco del culo, tanto che si trovò a toccarsi e masturbarsi senza nemmeno rendersene conto. Fu una lunga doccia e quando Giovanni tornò in stanza Marco era ancora sotto l’acqua, senza chiedere permesso entrò nel bagno, bussò al vetro del box e disse: “sei ancora li? Allora mi vuoi proprio provocare, ti avevo detto di non lavarti troppo bene, dai esci e vieni a vedere cos’ho comprato!”.
Finì velocemente di risciacquarsi, Marco, poi si precipitò fuori dal bagno completamente nudo e incuriosito, sul letto c’era una bambola gonfiabile trans, Giovanni l’aveva comprata in un sexy shop e l’aveva fatto sicuramente per provocarlo.
“Che significa?” chiese Marco.
“E’ la nostra trans, la mettiamo in mezzo, io me la inculo e lei incula te grazie alle mie spinte, non sono un genio?”
“Così sarebbe come se tu inculassi me” rispose Marco.
“Assolutamente no!” ribatté Giovanni, “io non ti tocco nemmeno, io inculo lei e lei incula te”.
Marco rimase un attimo in silenzio, imbarazzato, guardava verso il pavimento e non aveva il coraggio di incrociare lo sguardo del suo amico poi chiese: “ma vuoi farlo davvero?”.
“E dai, sciogliti un po’, lasciati andare!” rispose Giovanni con tono deciso, “si vive una volta sola, lo so che lo desideri”.
Marco indugiò ancora un momento poi esclamò: “ma si! facciamolo!”.
Giovanni aveva comprato anche i preservativi e del gel lubrificante che porse a Marco il quale li guardò e chiese: “cosa ci devo fare con i preservativi?”
“Glielo metti sul cazzo così sarà più verosimile di un pezzo di gomma, e io me lo metto per lo stesso motivo”.
Marco guardò il suo amico con complicità e malizia poi gli disse: “aspetta, ho sempre immaginato che se mi fosse capitata l’occasione avrei voluto fare una cosa”, poi scartò un preservativo, se lo mise in bocca fra le labbra e i denti e lo calzò usando la bocca sul fallo della bambola.
“Accidenti! Sei un talento sprecato!” esclamò Giovanni.
“Ti confesso una cosa tanto ormai non ho più motivo di nasconderti nulla, questo gioco lo faccio da parecchio tempo, ho diversi vibratori a casa”.
“Lo sapevo che eri una troietta!” esclamò compiaciuto Giovanni.
Marco sorrise poi si voltò di spalle all’amico, prese il gel lubriicante e cominciò a spalmarselo sul culo infilandosi, di tanto in tanto, un paio di dita.
Giovanni stava a guardarlo mentre con una mano si menava il cazzo, era molto eccitato e rischiò di venirsi in mano quando Marco si mise carponi sul bordo del letto con il culo in bella mostra dicendogli: “a te l’onore, spingimela dentro”.
Giovanni posizionò la bambola dietro il suo amico, guidò la punta del cazzo di gomma verso il buchetto, si appoggiò dietro e spinse deciso penetrando il culo della bambola e, allo stesso tempo, spingendola dentro al suo amico, poi iniziò a muoversi su e giù ma c’era qualcosa di innaturale, anche Marco non sembrava particolarmente divertito, andarono avanti un po’ così poi Giovanni strappò letteralmente la bambola da dentro Marco che, ancora giù a pecora e concentrato sul cercare di eccitarsi con quel pezzo di gomma dentro, si ritrovò il cazzo di Giovanni appoggiato al culo, non voleva ma inizialmente non ebbe il coraggio di dirgli di no, poi sentì la cappella premere contro il suo ano ormai parzialmente dilatato dal fallo della bambola con cui prima stavano giocando.
“Hey, cosa fai?” esclamò contrariato.
“Zitta che adesso ti inculo, non mi scappi, bella!”
E mentre diceva quelle parole, Giovanni, diede una forte sculacciata a Marco che cercò di scappare in avanti per sottrarsi all’imminente inculata, ma ottenne solo il risultato di trovarsi disteso sul letto a pancia in giù con Giovanni sopra e il suo cazzo fra le natiche che premeva contro il suo buchetto, ormai non poteva più scappare.
Giovanni lo baciò sul collo poi gli disse: “ti farò un po’ male ma dopo forse mi ringrazierai, credimi”
“NOOOO” esclamò Marco, “lasciami, non voglio!”
“Rassegnati e affronta il tuo destino” disse Giovanni che subito dopo iniziò a spingere per entrare.
L’ asta di Giovanni si faceva strada nella carne di Marco il quale piagnucolava e lo implorava di smettere, questo eccitava sempre di più Giovanni che ormai era completamente dentro ed aveva già iniziato a muoversi su e giù.
“Non ci vorrà molto, stai tranquilla” sussurrò nell’orecchio alla sua vittima, e quel rivolgersi al femminile faceva quasi più male dell’enorme cazzo che correva su e giù per le sue budella.
“Ahia! mi fai male, smettila!” implorò ancora Marco.
“Zitta, lo so che ti piace” rispose Giovanni che in quel momento estrasse il cazzo da dentro il culo di Marco, lo afferrò per i fianchi e lo posizionò a pecora sul letto pronto per penetrarlo ancora in quella posizione.
“No, ti prego!” disse ancora Marco.
“Smettila di fare questa scena, se avessi voluto saresti potuta scappare adesso e invece ti sei lasciata mettere a pecora per fartelo mettere nel culo di nuovo”.
Quanto aveva ragione, Giovanni! A Marco stava piacendo eccome, non avrebbe mai voluto che l’amico gli desse retta e si fermasse.
Giovanni sculacciò di nuovo energicamente Marco, poi guidò il suo cazzo contro quel culo ormai dilatato e lo penetrò di nuovo con forza, questa volta Marco urlò: “Siiiiiii!” e mentre lo urlava allungò il collo in avanti aprendo la bocca, come se l’asta di Giovanni fosse talmente lunga da uscirgli di li da un momento all’altro.
Il ritmo divenne sostenuto e sotto i potenti colpi del cazzo di Giovanni Marco si sentì chiedere: “chi è la mia puttanella?”..
“Sono io” rispose Marco che subito dopo si sentì colpire da un’altra fortissima sculacciata e chiedere: “è il nostro segreto, questo, vero?”
“Siiiii!” rispose Marco, e proprio in quell’istante il cazzo di Giovanni cominciò a spruzzare nel suo retto.
“Mi stai sborrando nel culo? Sei pazzo?” chiese Marco.
“Certo, sei mia e devo marcare il territorio” rispose Giovanni.
Marco rassegnato ma al tempo stesso compiaciuto si lasciò montare fino a che l’ultima goccia di seme del suo amico ebbe inondato il suo intestino.
I due rotolarono su un fianco per riprendere fiato, Giovanni abbracciò da dietro il suo amico e mentre lo accarezzava gli chiese se fosse tutto ok o se avesse esagerato, Marco gli prese l’avambraccio e si avvolse il torace poi gli rispose: “avevi ragione, ti avrei ringraziato, grazie! non vedo l’ora di rifarlo”.

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