Le mie storie (75)

Le mie storie (75)
L’altra sera eravamo a letto io e Carmine, e mentre lui guardava, tanto per cambiare, una partita di calcio, io ero immersa a scrivere. Incuriosito, mi ha chiesto di cosa stessi scrivendo, e da lì è partita una chiacchierata che ha attraversato anche le storie che racconto qui. Per la verità in questo caso non sono stata proprio sincera visto che gli ho detto che racconto solo fantasie e non cose reali. Scherzando gli ho chiesto di darmi qualche spunto, e lui, subito senza pensarci un attimo mi ha raccontato la sua prima volta.
Poiché ormai condivido con voi, quasi tutto ciò che di pruriginoso mi capita, (dopo avergli chiesto il permesso) ho deciso di riportarvela anche perché la cosa mi ha fatto pensare parecchio. Da buon maschietto, naturalmente ,ha prima voluto sapere come fosse andata la mia, di prima volta, ma la mia (che ho già raccontato qui) è stato molto più banale della sua, per cui l’ho liquidata in un paio di minuti.
Ha cominciato con il dirmi che fin da quando a 12/13 anni ha cominciato lo sviluppo, il suo uccello è stato sempre oggetto di “discussioni” e “battute” all’interno della famiglia, tra zii, cugini e parenti, ed anche tra gli amici dei genitori. Chiaramente a quell’età, o meglio, inizialmente non faceva caso a quel “Carmine ha il pisello lungo” che sentiva dirsi soprattutto d’estate quando i costumini a slip nascondevano poco la forma del suo membro. Effettivamente in condizione di riposo assoluto, il suo pene è parecchio lungo anche se piuttosto snello. All’epoca, mi raccontava, che non aveva alcuna pulsione sessuale (ancora), per lui esisteva solo il calcio e gli amici, ed al massimo aveva visto insieme ad altri i giornaletti zozzi che si vendevano in quel periodo. Sul suo pianerottolo abitava una famiglia, di due professori del liceo, che avevano un maschio ed una femmina. Naturalmente lui era cresciuto sin da piccolo con il ragazzo che oltretutto era suo coetaneo (mentre la sorella aveva qualche anno di meno), anche se essendo l’amico particolarmente studioso, non è che poi avessero tanti argomenti in comune. Negli anni, la famiglia sua e quella accanto si erano scambiati più volte favori nel senso di badare l’una ai figli dell’altra, soprattutto perché il padre di Carmine era spesso fuori per lavoro, la mamma tornava nel tardo pomeriggio, quindi la vicina era diventata come una sorta di zia acquisita. Più di una volta gli era capitato di fare il bagno insieme al suo amichetto nella vasca della casa dei vicini, insomma tutte cose piuttosto normali fin quando si è bambini. Una sera, a circa 13 anni, per la prima volta si trovò un po’ a disagio. Essendo usciti i suoi, lui e Fabio, prima di addormentarsi come sempre era successo, andarono a farsi insieme la doccia. Carmine capi che qualcosa era cambiato in lui, soprattutto guardando se stesso ed il suo basso ventre sul quale erano spuntati i primi peli e che aveva visto ingrandirsi non poco il suo “pisellino”, nei confronti di quello dell’amico che invece era come al solito. Terminato il lavaggio, come sempre succedeva, Marina entrò per dargli gli accappatoi e quella sera vide lo sguardo di lei, indugiare più del solito sul suo coso, poi mentre strofinava il figlio, un po’ arrabbiata disse ad entrambi che erano diventati grandi che dovevano imparare ad asciugarsi da soli. In quel momento lui ci rimase anche male, perché non l’aveva mai vista arrabbiata. Ma, in breve tempo si dimenticò dell’accaduto.
Carmine a prescindere da tutto, era stato abituato comunque a vedersela da solo, e non aveva problemi a rimanere solo in casa anche a 13 anni. Così, quando il sabato sera i suoi uscivano, marina aveva il solo compito di entrare in casa (aveva le chiavi), magari dopo mangiato per sincerarsi semplicemente se tutto andava bene. Una sera di queste, lui era nella vasca e senti aprirsi la porta di casa. Dopo qualche secondo marina fece capolino nel bagno, chiedendogli se fosse tutto a posto. Lui rispose di sì, ed approfittando della presenza di lei si alzò e le chiese di prendere l’accappatoio. Lei, dopo averlo guardato un’altra volta come era successo in passato, glielo porse e poi dopo averlo fatto sedere cominciò a strofinare per asciugarlo: la testa, le spalle, la schiena e poi le mani finirono sul suo coso. Inizialmente lo strofinò soltanto, poi però Carmine, senti la mano della donna impugnarlo più di una volta, tanto che alla fine, inevitabilmente ebbe l’erezione ed il suo uccello uscì fuori dal accappatoio. Non gli era mai capitato niente del genere, per lui, l’uccello diventava lungo solo quando si tratteneva da fare pipì; invece in quel momento, non aveva quella sensazione, anzi aveva avuto del benessere da quelle carezze. Ancora ignaro però, che ciò che gli era appena successo, avesse a che fare con delle pulsioni sessuali, vide marina toccaarglielo un’ultima volta prima di coprirlo ed andarsene dicendo “meglio che me ne vada altrimenti va a finire male” il tutto a bassa voce. Quella notte Carmine “sporcò” il letto per la prima volta. Nei giorni successivi cercò in tutti i modi di capire quello che gli fosse successo, provò a strofinarsi da solo, ma niente, non riuscì a sentire di nuovo quelle sensazioni. Aveva capito di aver sporcato il letto con lo sperma, aveva capito di essere diventato uomo (anche perché si era confrontato con gli amici), ma tutto il resto gli era ancora oscuro.
In primavera con le gite scolastiche, Antonio, marito di marina, andò fuori con la classe del figlio, e per la prima volta dopo quella famosa sera, Carmine si ritrovò solo a casa con i genitori erano usciti. Sapeva che lei sarebbe entrata in casa a vedere se avesse bisogno di qualcosa, ma non sapeva né tantomeno aveva la confidenza per chiederle di nuovo quelle carezze. Così nonostante non fosse assolutamente in programma la cosa, riempi la vasca aspettando che lei venisse; così fu! (Mentre mi racconta questo passaggio, mi sorride come a volermi far capire che fu geniale). Appena sentì la porta di casa aprirsi, si immerse nell’acqua e dopo qualche secondo la fece entrare con la solita innocenza (questa volta apparente). Lei disse che aveva appena messa a letto la figlia piccola di sette anni, e se non aveva bisogno di nulla, sarebbe tornata a casa. Lui le chiese, come al solito l’accappatoio, lei lo aiutò ad indossarlo e stava per andare via quando lui (con una paura folle) le chiese di aiutarlo ad asciugare. Lei gli disse che era grande, ma poi si avvicinò, lo fece sedere e cominciò a strofinare in tutto il corpo. Lui naturalmente aspettava che andasse a finire proprio in quella zona, lei però indugiava dappertutto tranne che li. Quando credeva di aver perso ogni speranza, marina mise la mano sulla accappatoio, in mezzo alle sue gambe. Lui si bloccò, lei cominciò “Le carezze” ed in breve glielo fece venire duro. Era tutto perfetto, ma appena lei si accorse di un suo “gemito” si fermò e lo guardò. Carmine diventò viola (sostiene che quello rimane ancora il momento più imbarazzante della sua vita), ma poi si fece uscire un “per favore continua, che é una sensazione bellissima” Lei lo accontentò ed in breve lo fece godere.
Questo è il grosso preambolo alla sua prima volta, che avvenne un paio di settimane dopo, in maniera assolutamente imprevista, anche perché non sapeva assolutamente come si facesse sesso, mentre in compenso aveva imparato a farsi le seghe e non faceva altro che quello.
Galeotta fu la varicella! Infatti Carmine era a casa colpito dalla malattia che si era beccato attraverso un compagno di classe. Praticamente sempre a letto con la febbre, la mattina aveva la visita della vecchia moglie del portiere che passava per sincerarsi delle sue condizioni. Un giorno però, invece della signora, Carmine si vide entrare in stanza marina, con suo sommo stupore. Lei gli disse che era il suo giorno libero a scuola, e gli si sedette di fianco. In quei giorni non aveva avuto neanche la forza di toccarsi (cosa che era diventata una malattia per lui), ma quella mattina, quell’arrivo improvviso, gli fece tornare una sorta di energia, tanto che non ebbe vergogna di chiederle “Le carezze” come diceva lui. Lei mise la mano sotto le coperte e cominciò a masturbarlo, poi nella penombra della stanza, lei tolse le coperte, si aprì la vestaglia, si sollevò la sottana e senza dire niente si mise sopra di lui. “Adesso spingerlo dentro forte” gli disse, e lui dopo un attimo di smarrimento cominciò a sollevare il bacino mentre lei già si muoveva sopra di lui. La cosa non durò molto, dopo poco Carmine le venne dentro, il tempo però di sentirla godere. Lei uscì dalla stanza (probabilmente andò in bagno pulirsi) e dopo poco tornò chiedendogli se gli fosse piaciuto e naturalmente di non dire niente a nessuno. Lui con quel segreto si sentì tutto d’un tratto uomo e le chiese di rifarlo un altra volta. Lei gli montò sopra e mentre faceva su e giù, dalla sottana le uscì un seno (il primo della sua vita).ci furono altri incontri, ma l’anno dopo, purtroppo per lui, marina e la sua famiglia cambiarono casa. In compenso mi ha raccontato che alcuni anni dopo si fece anche la figlia piccola che nel frattempo era diventata grandicella.
Alla fine del racconto Carmine solleva la coperta ed io non posso far altro che riscontrare l’effetto che ha avuto, il tornare indietro nel tempo. Istintivamente mi infilo con la testa sotto le coperte e prima di prenderglielo in bocca, gli chiedo come fosse stato il suo primo pompino. Mi promette di dirmelo, ma intanto sta già ansimando di piacere, mentre io con la lingua sono alla base del suo uccello e risalgo piano piano fino alla cappella. Glielo succhio con piacere e ripenso al suo racconto che mi ha eccitata anche un pochino. Così mentre sono occupata con le labbra, mi infilo la mano nel pigiama e sotto il piumone mi diverto e lo faccio divertire fino a farmi venire in bocca e ad ingoiare (come con lui succede spesso).
Pensate di me ciò che volete, il sesso è la cosa più bella del mondo.

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