IRENE FINALMENTE TROIA – la resa dei conti1

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IRENE FINALMENTE TROIA – la resa dei conti1
Arrivai a casa a bordo della mia nuova auto e feci cenno a mio marito di liberare il garage, quando mi vide entrare nel vialetto a bordo della mia bmw z1 cabrio rimase di stucco, ancora di più quando mi vide scendere con gli abiti “di scena”, quelli con cui avevo fatto sesso con Fausto e che erano macchiati di umori vari miei e suoi. Quando mi vide, mi squadrò da capo a piedi, io ero totalmente sfatta ma con un mezzo sorriso di soddisfazione sul viso, si avvicinò come un marito geloso come a volermi chiedere il perchè di tante cose, poi mi abbracciò, mi aiutò ad indossare il mio soprabito e mi disse: -Vieni su, a casa tua a riposare, sei stata bravissima,quando vuoi mi racconterai. Mi preparò un bagno caldo e una cenetta,mi coccolò il più possibile per sapere ogni minimo dettaglio, io sorvolai ovviamente sull accordo con Fausto e su come lo avevamo siglato ma per il resto fui ricca di dettagli che lo eccitarono tanto, e mi disse su due piedi: -Ti voglio qui ora. -E no bello mio, risposi io, la scommessa è ancora in ballo. -Chiudiamola, disse lui,trattiamo la resa. -Ok parliamone, ma ricordati che sto vincendo io. -Allora,disse lui,facciamo così,se me la dai in cambio ti abbono gli altri giorni di prove ma ne trattengo una. -Ok, dissi io -Ognuno rimane con i suoi soldi e se tu superi l’ultima prova, comandi tu per un pò. -un pò quanto? Comando io vuol dire che tu zitto e a cuccia ok? e così dicendo spostai le cosce facendogli intravedere la mia passera. Non stava capendo più niente. -si si vabene accetto, disse lui, anche fino all’anno nuovo. Si spogliò e mi infilo il cazzo duro nella mia passera che entrò veloce come quando sfugge di mano una saponetta bagnata; i tanti racconti e l’astinenza lo avevano annientato, povero marito mio, venne in pochi minuti senza neanche farmi godere. Nel tardo pomeriggio, dopo esserci riposati,mi portò il mio look per la serata e disse: preparati andiamo, ti spiegherò per strada. Il look prevedeva un minidress in pelle nera su un paio di decoltè vertiginosi di vernice dello stesso colore. Mi preparai di tutto punto, alla fine era una serata spartiacque per me ma non me ne resi quasi conto; ero veramente figa, poche tette ma capezzoli sempre turgidi che si intravedevano dal vestito e gonna “girofica”, praticamente avevo la patatina quasi a vista ma oramai non me ne preoccupavo quasi più. -Prendiamo la macchina mia diamo meno nell’occhio. Disse lui In macchina cominciò a spiegarmi -Oramai la tua fama ti precede. La mia azienda ha un consiglio di amministrazione ristretto straordinario. Tu sarai l’ordine del giorno principale ma nascosto, nel senso che, ufficialmente sei li come mia segretaria, ed essendo il mio primo consiglio dovrai occuparti dei caffè di tutti e del pranzo e di ogni esigenza ti sia richiesta. Ah mi raccomando, non fare vedere subito la troia che sei diventata, è gente di un certo livello non da battona da strada. Quell ultima affermazione da un lato mi offese e glielo feci notare ma da un altro lato mi inorgoglì. -Questa tua ultima affermazione se vinco la scommessa la pagherai. Gli dissi con un sorriso come se stessi scherzando. -Dai smettila siamo quasi arrivati. Disse lui. Ah un ultima cosa: succhiami il cazzo. -Questo è fuori discussione. Dissi un pò stizzita, pensai ma guarda sto cafone prima mi offende e poi vuole un pompino,al max succhio i suoi amici ma non lui. Pensai tra me e me ma subito mi interruppe. -Fa parte del tuo lavoro di stasera, ci sono delle telecamere sul viale della villa del mio capo, ci stanno per vedere, la prima parte della scommessa prevede che tu mi faccia venire succhiandomelo nel giro di due kilometri ed entri al lavoro sporca del mio sperma su culo e fica. -Non mi ci vorrà molto per farti venire. -Dici? non sono per niente eccitato. disse lui tirandoselo fuori, osservai infatti un coso piccolissimo e floscio, che non rispondeva alle mie prime sollecitazioni e allora cominciai a parlargli tra una ciucciata e una sega. -Non ti amo più, amo solo i cazzi. Provai a dirgli la verità sottoforma di storia per eccitarlo. -Ti farò cornuto ogni volta che potrò. Ad ogni frase la mia lingua saliva su e giù sul suo cazzo. -Continuerò a vestirmi come una troia anche dopo la scommessa per trovare nuovi cazzi che mi sbattano ogni giorno. Lo sentivo che cresceva,E continuai -Adoro il sapore del cazzo in bocca. Eravamo quasi a metà viale e non era ancora pronto per venire -Domani gli faccio un pompino a Gino, il nostro vicino, solo se mi fa scopare il suo figlio adolescente però. Dopo avergli nominato Gino il vicino grasso,basso e puzzolente sentìi che stava crescendo in lui la voglia di venire. – E sai chi mi vorrei scopare pure? gli dissi – Chi? disse lei con un filo di voce – Willy, il mio ex, quello muscoloso che stava nelle forze armate. Mi faceva godere assai. Stava per venire lo sentivo ma eravamo quasi arrivati. – Me lo porto a casa,(slurp slinguazzavo e segavo contemporaneamente) e tu ci guardi(slurp e sussurai) mentre lui mi viene dentro. Partì un filotto di sperma che sentii fino in gola poi il resto riuscii a tenerlo in mano e a spalmarmelo tra culo e fica. Appena lo misi mi diede un pò fastidio ma poi usciva sempre una sorta di orgoglio in me che cancellava tutto. Ce l’avevo fatta anche stavolta, per un pelo ma ce l’avevo fatta.

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